eroi e opprtunisti

L’opportunista e l’eroe: dalla fantasia alla realtà. Come in natura il processo di selezione crea uniformità e omogeneità nelle varie specie, così, nella nostra società, si può notare una grande maggioranza di comportamenti uniformi ed adattati alla società stessa.

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Analogamente, come in natura la singolarità di una “mutazione” rappresenta la possibilità di innovazione e cambiamento per una specie; così, nella società, in presenza di casualità come eccezionalità o isolamento, si può verificare una “speciazione” che rappresenterebbe, come diremmo oggi, un upgrade. Ma se in natura è abbastanza chiaro come avviene il processo di selezione naturale, più difficile identificarlo nella nostra complessa società. Per idendificarlo più facilmente possiamo ricorrere a due figure archetipiche e ai loro rispettivi comportamenti sociali: quella dell’opportunista, assimilato all’adattato e quella dell’eroe, assimilato al mutante.

L’OPPORTUNISTA E L’EROE: La diffusione del comportamento “adattativo” e la rarità del comportamento “mutante” nell’evoluzione socio culturale.

L'opportunista e l'eroePrincipi del neodarwinismo

Secondo la sintesi moderna (nella versione degli anni trenta e quaranta del XX secolo), la variazione genetica delle popolazioni naturali viene prodotta in modo casuale da mutazioni (che oggi sappiamo essere a volte causata da errori nella replicazione del DNA) e ricombinazione (crossing over dei cromosomi omologhi durante la meiosi).

L’evoluzione consiste principalmente in cambiamenti della frequenza degli alleli tra una generazione e l’altra, come risultato della deriva genetica, del flusso genico e della selezione naturale.

È importante ricordare che mutazione e selezione, prese singolarmente, non possono produrre un’evoluzione significativa.

La prima, infatti, non farebbe che rendere le popolazioni sempre più eterogenee. Inoltre, per il suo carattere casuale, nella maggior parte dei casi essa è neutrale, oppure nociva, per la capacità dell’individuo che la esibisce di sopravvivere e/o riprodursi.
eroi e opprtunisti

La selezione, dal canto suo, non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le proprietà della specie.

Solo grazie a sempre nuove mutazioni la selezione ha la possibilità di eliminare quelle dannose e propagare quelle (poche) vantaggiose. L’evoluzione è quindi il risultato dell’azione della selezione naturale sulla variabilità genetica creata dalle mutazioni (casuali, ovvero indipendenti dalle caratteristiche ambientali).

L’OPPORTUNISTA (L’antieroe adattato, il frutto della selezione)

L’opportunismo è il comportamento di colui che si adegua alle circostanze mirando a trarne comunque profitto; evidenzia la disponibilità a compromessi per ottenere un tornaconto personale e la capacità di sfruttare con prontezza le occasioni impreviste e gli errori o le distrazioni degli avversari.

eroi e opprtunistiNel linguaggio medico, sono chiamati microrganismi opportunisti quei microrganismi, generalmente considerati saprofiti o commensali, che possono diventare patogeni – fino a provocare talvolta sepsi gravissime – approfittando di una condizione di minorata resistenza, e di una deficitaria reattività immunologica, dell’organismo ospite (che in tal caso viene denominato «ospite indifeso»).

In ecologia, opportunista, è la specie adattata ad ambienti in cui la disponibilità delle risorse varia in modo discontinuo, e caratterizzata da grande capacità di dispersione e da alti tassi riproduttivi. E’ la specie che sopravvive di Darwin.

“L’opportunista segue con tenacia la direzione del vento: anche quando fiuta odore di merda”. Cfr. Dino Basili, I violini di Chagall, 1991.

L’opportunista, nelle opere di narrativa, cinematografiche e teatrali manca di alcune delle tradizionali qualità dell’eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d’animo, bontà; anzi, spesso dimostra qualità opposte. L’opportunista è l’antieroe è il “furbo”, colui che privilegia solo il proprio tornaconto personale.

L’EROE  (Il mutante indipendente)

Nell’immaginario collettivo l’eroe è colui che agisce in nome di valori alti e nobili. L’eroe non esita a combattere per i propri ideali affrontando con coraggio sfide alle quali la maggior parte delle persone “normali” rinuncia.

Il coraggio è il contrassegno distintivo dell’eroe, ma attenzione, non semplice coraggio… si tratta di coraggio volto alla difesa dei valori e degli ideali supremi; da non confondere con il coraggio al servizio del successo personale o di una vantaggio personale o di una vittoria fine a se stessa, o di altri valori “secondari” come gloria, ricchezza, benessere o potere.

L'opportunista e l'eroeFin da bambini iniziamo ad incontrare ed amare gli eroi: il personaggio “eroico” è il modello da seguire; colui che tutti noi vorremmo essere, la persona con la quale il nostro inconscio si identifica. Televisione, cinema, videogames, libri e fumetti; tutto da sempre ci parla di eroi e supereroi.

Ammiriamo in egual modo eroi del passato e del presente, veri o di fantasia non importa, da Tarzan a Sandokan, da Superman all’Uomo Ragno, da Tex a Batman ad Ironman.

In quasi tutti i film più famosi c’è un’eroe, da Balla coi lupi al Signore degli Anelli; da Henry Potter a Matrix, da Guerre Stellari ad Avatar, da Titanic a Wolverine… Fino ad arrivare al normale super eroe della porta accanto dei film Kick ass 1 e 2.

Gli esempi sono talmente tanti che il solo elencarli richiederebbe la creazione di un’enciclopedia degli eroi, persone che compiono azioni “eroiche”, non animate da una ricompensa in denaro o in altri beni… ma per la difesa di valori “alti” come libertà, amicizia, o per il proprio paese, per amore o per la difesa di deboli, etc.

E’ inutile negarlo, gli eroi ci piacciono, ci seducono e ci affascinano da sempre.

Vediamo qualche definizione di “eroe”: L’eroe, nell’era moderna, è colui che compie uno straordinario e generoso atto di coraggio, che comporti o possa comportare il consapevole sacrificio di sé stesso, allo scopo di proteggere il bene altrui o comune.

Chi, in imprese guerresche o di altro genere, dà prova di grande valore e coraggio affrontando gravi pericoli e compiendo azioni straordinarie.

L’eroe è colui che in nome di un ideale, di un valore o di una causa, trovandosi in una situazione difficile o comunque di fronte ad una libera scelta, decide di sua spontanea volontà di mettere in gioco tutto, vita compresa, per difendere quell’ideale, per vincere una battaglia persa in partenza, senza avere un piano “B”, senza avere la probabilità di successo dalla sua parte, senza avere le “spalle coperte” e senza avere un vantaggioso ritorno economico o comunque la certezza di monetizzare il suo eventuale successo.

L’eroe, come contropartita si accontenta della gloria, della coerenza con i propri valori ed i propri principi… Fa quello che fa, non in ragione di un calcolo opportunistico di costi e benefici e di probabilità, ma perché crede che sia giusto farlo. E tanto gli basta. L’eroe non si fa comprare non è in vendita!

eroi e opprtunistiVa bene, voi dite: “facile fare l’eroe quando sei ricco”… giusto! Ma ancora più facile non fare l’eroe quando sei ricco!

Per esempio, Bruce Wayne (Bat Man) è ricchissimo… ma chi glielo fa fare di mettersi in tuta da pipistrello e rischiare la vita di notte per combattere il crimine?

Chi o cosa fa rischiare la vita all’Uomo Ragno, a Zorro o a Luke Skywalker? Chi li paga? Nessuno!

Gli eroi impiegano le proprie risorse ed i propri soldi per eseguire la propria “missione”… ed il loro tornaconto è solo la consapevolezza di avere fatto la cosa giusta per il valore supremo del “bene”.

Ma attenzione… nessuno li obbliga a fare ciò che fanno.

Gli eroi sono liberi di scegliere in qualsiasi momento di spendere le loro energie, i loro soldi e il loro tempo alle Bahamas attorniati da belle donne, nel più completo relax godendosi semplicemente la vita.

Certo che se scegliessero quest’ultima strada cesserebbero di essere eroi, diventerebbero uomini comuni… ricconi qualsiasi.

Per questo l’eroe è tale solo grazie alle sue azioni e non in virtù solo dei suoi ideali e buoni pensieri.

eroi e opprtunistiSono le azioni che creano l’eroe.

Lo dimostra il fatto che è solo dopo il compimento di una azione eroica che si proclama l’eroe, non prima.

Infatti, se l’azione eroica ottiene successo l’eroe viene portato in trionfo in quanto tale; se l’azione “eroica” non ottiene successo può capitare che il potenziale “eroe” venga chiamato “pazzo” o “incosciente”.

COSA DICE LA PSICOLOGIA?

La psicologia ha indagato ampiamente l’archetipo dell’eroe: L’energia dell’eroe è proiettata verso l’esterno (altruista) non verso sé stesso (egoista); è positiva, il suo scopo è l’unione di ciò che appare come caos o divisione.

La sua figura ha connotazioni altamente positive, le sue qualità sono la nobiltà, la bontà d’animo, la verità, la coerenza, il valore personale che non esclude quello altrui.

La ricompensa per le prove affrontate (e vinte), sarà il senso di comunione con il tutto, la comprensione e l’indulgenza nei confronti degli altri.

L'opportunista e l'eroeLa figura dell’eroe è insita nella storia e nel substrato della coscienza collettiva dell’umanità, la ritroviamo nella mitologia, nelle fiabe e nelle leggende di tutti i paesi. L’eroe riguarda principalmente la psicologia maschile e fa parte delle aspirazioni più o meno recondite della psiche maschile.

Un po’ dappertutto nel mondo troviamo la figura dell’eroe civilizzatore che fonda città, istruisce la popolazione o le dona una tecnica agricola.

A volte l’eroe è un ‘salvato dalle acque’, abbandonato appena nato in una cesta in un fiume sarà destinato a grandi imprese (così Sargon a Babilonia, Mosè nella Bibbia, Karna in India, Edipo, Danae e Perseo in Grecia, Romolo e Remo a Roma, Sigfrido nell’Europa del nord).

In tante storie l’eroe uccide un mostro, spesso un drago come nel caso di Apollo e San Giorgio, da qui scaturisce un comportamento archetipico: COMBATTERE E SCONFIGGERE IL DRAGO: L’Eroe archetipico sa bene che non può ottenere il Tesoro, la fanciulla e tantomeno il regno, se prima non è disposto ad affrontare e uccidere il DRAGO, rappresentato dalla propria Ombra, il lato ombra di ogni archetipo: le tentazioni, i vizi, i conflitti, il mistero.

Non dimentichiamo un altro Drago, ancora più potente e rappresentato dalla Grande Madre: la sfida più importante per gli esseri umani è tagliare il cordone psicologico con la madre che li ha portati in grembo… Ma questo è un altro discorso…

Nell’asettico tessuto sociale moderno di fatto tanti ragazzi non hanno occasione di rendere visibile agli altri e a se stessi il proprio valore, intere generazioni crescono private della propria mascolinità e giungono alle responsabilità lavorative e familiari con un senso di intima frustrazione costretti in una situazione che è più adattamento che conquista personale.

eroi e opprtunistiLa forza fisica quindi non è la condizione essenziale dell’essere eroe, tanti giovani d’oggi, come magari espressione del proprio malumore, tendono però a mettersi in mostra e magari provare il loro coraggio in azioni irresponsabili e teppistiche, gli esempi sono tanti, dai tifosi in lotta, alle bande di quartiere, agli episodi di bullismo, agli incendi appiccicati a auto e cassonetti, alle folli corse in automobile.

Le motivazioni di tali atti pericolosi e violenti sono spesso del tutto secondarie, quello che si cela sotto è di nuovo l’emergere dell’archetipo dell’eroe-guerriero pronto a combattere.

Come dice la psicologa Irene De Castillejo: “I nostri delinquenti sono gli eroi falliti, coloro che hanno provato e non hanno trovato il canale giusto. Meglio fare una rapina che essere nessuno, meglio provare il proprio potere in una guerra di bande giovanili che rimanere un povero anonimo”.
L'opportunista e l'eroeQuando il modello maschile viene a mancare ci pensa l’industria dello spettacolo a riempire questo vuoto, ed ecco il diffondersi di film estremamente violenti, videogames con sanguinosi combattimenti etc…

I ‘superuomini’ imbattibili del grande schermo e dei videogames divengono così gli idoli di milioni di adolescenti.

Il mondo ‘civile’ è insomma diventato più arido, senza rischi da affrontare, senza le emozioni che fanno sentire più vivi e di cui i ragazzi hanno particolarmente bisogno.

D’altra parte, in questi film e videogames, c’è sempre anche l’antagonista dell’eroe: l’antieroe; colui che non ha un codice morale né valori supremi se non quelli legati alla propria ricchezza o soddisfazione o vendetta o potere etc. Solitamente l’antiaeroe è rappresentato come un personaggio azzerato, grigio, meschino, opportunista.

In pochi si identificano inconsciamente con l’antiereoe: personaggi in fondo più normali, con vizi e debolezze… ma la nostra immaginazione e i nostri sogni, generalmente ci portano a condividere le scelte dell’eroe… solo razionalmente, alcuni, identificandosi in un emozione particolare possono razionalmente desiderare di essere l’antieroe.  

Ma i grandi successi cinematografici e letterari, dove è l’eroe che vince sull’antieroe, dove il bene trionfa sul male, ci mostrano ciò che risiede in fondo al nostro inconscio, che è ciò che ci fa sognare.

COME CAMBIA L’ARCHETIPO DELL’EROE E DELL’ANTIEROE: DALLA FANTASIA ALLA REALTA’

Nella vita reale, a livello inconscio, permane il mito dell’eroe ed è per questa ragione che tanto successo continuano ad avere le figure eroiche nei film, fumetti, videogiochi etc.

Ma, a livello conscio e razionale, prevale la stima per l’opportunista, (l’antieroe) perchè ha più probabilità di successo nel raggiungere i propri scopi, ben più concreti e materiali rispetto a quelli ideali e rischiosi dell’eroe.

eroi e opprtunistiPassando dal cinema e dai videogames alla vita di tutti i giorni, si passa anche dall’ammirazione verso l’eroe all’ammirazione più pratica e concreta verso l’opportunista.

Non solo, chi si comporta da eroe nella vita reale viene spesso e volentieri biasimato o deriso in quanto le probabilità di successo non giocano a suo favore, non può ottenere successo in tempi brevi, vive in un mondo che non esiste, fatto di fantasia…. viene accusato di poca “concretezza”.

Al contrario, l’opportunista, che, grazie alla sua assenza di scrupoli e alla mancanza di ideali elevati ha ottenuto successo e denaro in tempi brevi, diventa un VIP, un idolo delle folle, un personaggio da stimare ed ammirare, degno essere imitato.

L’antieroe sceglie la via più breve, la via più facile per il raggiungimento dei suoi obiettivi, la sua energia è rivolta verso sé stesso (egoista), lotta per il conseguimento di strumenti (mezzi) e non di ideali (fini).

L’antieroe non esita a rimangiarsi la parola in nome della convenienza; per lui ogni strategia, ogni tattica, ogni artifizio è legittimo pur di raggiungere il suo fine.

Per l’opportunista, gli ideali e i valori quando esistono, sono scarificabili, sono merce di scambio, possono addirittura essere una leva… il fine è tutto.

E’ l’apoteosi dell’egocentrismo. Lo sport ha da sempre creato dei miti, idolatrati e presi a modello dai giovani. Pensiamo ai vari campioni dei vari sport… Ma lo sport ha anche creato anche gli antieroi, coloro che per vincere si dopano per esempio…

L'opportunista e l'eroeUn esempio di come la realtà agisce sull’eroe: l’Adelchi manzoniano

Un forte dissidio interiore caratterizza Adelchi, l’eroe romantico per antonomasia: egli aspira alla gloria, conquistata in imprese magnanime, ed è costretto invece dai disegni politici del padre ad assalire gli indifesi territori della Chiesa, trasformandosi in un ladrone.

Il contrasto si apre tra un’anima privilegiata, nobile e pura, e la realtà della politica, in cui domina solo l’interesse e la legge della forza.

Questo contrasto esprime il pessimismo cristiano della visione di Manzoni, che vede la storia umana, in conseguenza della caduta, condannata ad una degradazione non riscattabile.

In essa gli individui che aspirano ai valori più alti non possono trovar posto e ne sono irrimediabilmente espulsi. 

Questo conflitto tra aspirazioni ideali e realtà colloca il personaggio di Adelchi in un clima decisamente romantico. Romantico è anche il fascino che circonda l’inevitabile sconfitta dell’eroe, condannato alla sofferenza a all’infelicità proprio dal suo privilegio spirituale.

Adelchi dice: “ei (il cuore)  mi comanda alte e nobili cose e la fortuna mi condanna ad inique”.

La società impedisce la realizzazione di nobili ideali perché è dominata dal senso dell’utile e dalla meschinità. I grandi sogni come la patria e l’amore non trovano appagamento nella realtà.

Chi si accontenta della realtà così come essa è risulta mediocre come Odoardo, il rivale in amore di Ortis.

Il dolore non è allontanato ma ricercato dall’uomo romantico in quanto segno della nobiltà dello spirito.

Nasce il mito del dolore come segno distintivo della nobiltà dell’animo. Il motto del romanticismo è racchiuso nelle parole che lo scudiero Anfrido rivolge all’amico Adelchi: “Soffri e sii grande”.

L’opportunista non vuole proprio soffrire, vuole solo godere!

E come in natura la selezione non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le caratteristiche della specie non portando evoluzione ma solo omologazione, così l’opportunismo non può portare nessun cambiamento né in peggio né in meglio, solo immobilismo.

L'opportunista e l'eroeNel corso del Novecento, abbiamo assistito ad una profonda trasformazione della società e dell’immaginario collettivo dell’archetipo dell’eroe, trasformazione che ha necessariamente mutato – e confuso –  anche il “senso ultimo” dell’eroe, trasformazione che si evince dal confronto fra le varie produzioni cinematografiche, letterarie e, recentemente, anche dai contenuti dei videogames.

Fortunatamente le persone avranno sempre bisogno di “eroi” tramite i quali sognare e sperare in un mondo migliore.

Speranza che può essere rappresentata solo dalla volontà di ribellarsi e superare i limiti umani tipica dell’eroe.

L’esistenza di eroi in una società è un segno della volontà degli uomini di cambiare la società stessa ed il mondo in cui esiste; proprio come le mutazioni, che in natura consentono – con la loro varietà e imprevedibilità – una possibilità di cambiamento e quindi anche una speranza di miglioramento.

Una società viva, dinamica con prospettive di evoluzione e miglioramento presenterà al suo interno una buona ricorrenza di eroi; al contrario in una società stabile, immobile e immutevole, ricorreranno pochissimi eroi i quali verrranno otretutto combattutti con forza come “virus”.

L’uomo per evolversi ha sempre avuto bisogno di eroi, così anche il mondo per migliorare ha bisogno di eroi!

Di Massimo Dallaglio

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