occhi bionici

In futuro, forse, non avremo bisogno nemmeno di occhi per vedere. Il prossimo anno, una persona cieca dall’Australia sarà la prima a ricevere un paio di occhi bionici che sostituiranno gran parte del suo sistema visivo. L’apparecchio è composto principalmente da una telecamera che, montata su un paio di occhiali, collezionerà e invierà informazioni esterne direttamente al cervello.

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occhi bioniciQuesta svolta epocale sarebbe in grado di ridare la vista a quelle persone con la retina danneggiata. “Non si avrà assolutamente bisogno di un bulbo oculare” – afferma Arthur Lowery della Monash University di Clayton in Australia, Victoria, il quale sta progettando gli occhi bionici.

Il piano è di impiantare fino ad 11 piccole piastrelle, ciascuna caricata con 43 elettrodi, nell’area del cervello che gestisce la visione. Quando quest’area è stimolata, le persone riportano di vedere alcuni bagliori di luce. Il professore Lowery crede che ciascuno di questi elettrodi potrebbe creare un punto di luce che è simile alla percezione di un pixel. In totale, le piastrelle, forniranno un’uscita di circa 500 pixel i quali sono abbastanza per ricreare un’immagine semplice. Anche se questa risoluzione è comunque lontana dalla capacità di un occhio umano, che può riprodurre immagini da 1 a 2 milioni di pixel, dovrebbe essere a bastanza da ristabilire, in modo basico, il senso della vista.

occhi bioniciLe immagini, catturate da una telecamera installata sugli occhiali, verranno inviate ad un piccolo processore indossato dal paziente. Questo apparecchio rivelerà le differenti parti di un’immagine e le invierà alle piastrelle caricate di elettrodi. “Il processore è come un fumettista” – spiega Lowery – “cerca di rappresentare una bozza di un’immagine complessa con informazioni minime. Un viso potrebbe essere ricreato con soli 10 punti luminosi riprodotti. Forse non sembra molto ma ci sono molte informazioni anche in un’immagine abbozzata”. E continua facendo l’esempio di una receptionist cieca a lavoro, che non riusciva a capire quando parlare o se salutare le persone perchè non poteva riconoscere chi stesse entrando o uscendo dalla porta. “Se c’è un punto luminoso che si muove difronte a te, tu smetti di parlare e sai che c’è qualcuno che attende” – dice Lowery, sottolineando i cambiamenti e le svolte che il progetto apporterebbe in una scena quotidiana lavorativa.

I primi volontari saranno persone che hanno perso la vista a causa di incidenti, questo perchè ci sono dubbi che gli occhi bionici potrebbero funzionare su pazienti ciechi dalla nascita.

“Se tutto va come stabilito, i volontari riusciranno ad acquistare un abbozzato senso della vista che è pur sempre un inizio” – conclude Lowery.

Di seguito la conferenza in inglese che aggiorna sui progressi del progetto degli occhi bionici, tenutasi alla Monash University alla fine di questo Ottobre: 

di Manuela Camporaso

Credits: www.newscientist.com

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