Non avevano però messo in conto una cosa molto importante: i comportamenti di fruizione delle due categorie di utenti sono completamente all’opposto. Il televisore è studiato per un utilizzo pubblico, per quanto di pubblico ristretto si parli; il computer, per un utilizzo estremamente privato. E l’esperimento godette di ben scarso successo.
L’avvento del Web 2.0 ha determinato un drastico cambiamento di rotta nella conversione tecnologica tra questi due apparati, portando ad ideare quella che oggi è comunemente chiamata “Smart TV”: nel momento in cui il computer fornisce sempre più la possibilità di creare un proprio palinsesto, grazie a navigazione e streaming, la televisione arriva ad integrare queste funzioni in un unico supporto. In che modo?
Basta connetterli come se fossero grosse chiavette USB alla porta video HDMI del nostro elettrodomestico preferito, e il gioco è fatto; non più solo la tradizionale navigazione tra i canali, ma anche quella del WEB, a tutto campo, con tutte le sue infinite possibilità.
Ma già all’orizzonte arrivano altre novità in questo mercato che da sempre è uno dei più competitivi, e per ora le più succose sembrano arrivare dalla Corea: televisori che, oltre a prestarsi ad essere il crocevia di ogni tipo di connettività possibile tra qualunque tipo di supporto, siano programmabili e istruibili direttamente a voce, a comando dell’utente. E non solo: sarà in grado anche di comunicare, per mezzo di un sintetizzatore. Voi non avrete che da chiedere; la televisione, risponderà a tono.
Di Carlo Vanni