Gli odiati brufoli e punti neri, che creano tanti disagi di natura fisica e psichica a milioni di adolescenti, potrebbero presto essere solo un lontano ricordo. Dagli Stati Uniti arriva infatti il primo vaccino contro l’acne, creato per renderci finalmente immuni da questo problema.

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La notizia è stata diffusa sul Journal of Investigative Dermatology, che ha riportato i risultati di una ricerca condotta da un team internazionale di studiosi dell’Università della California.

Tutto è iniziato quando gli esperti hanno scoperto la presenza, nelle lesioni dell’acne, di una tossina denominata Camp factor, prodotta dai batteri e in grado di causare una risposta infiammatoria. Partendo da questa evidenza sono riusciti ad ottenere particolari anticorpi capaci di intervenire direttamente sulla tossina e neutralizzarla.

Il vaccino si è rivelato efficace sui topi ma ci vorrà ancora tempo per capire se funzionerà sull’uomo.

Gli esperti infatti temono che gli anticorpi possano modificare troppo l’equilibrio sulla superficie della pelle, causando dei danni.

“Questa immunoterapia diretta contro i fattori derivati dal batterio Propionibacterium Acnes deve essere messa a punto con cautela per evitare un effetto indesiderato che consiste nell’alterare il microbioma che garantisce l’omeostasi della barriera della pelle”

ha commentato Emmanuel Contassot, ricercatore dell’Università di Zurigo.

In attesa di ulteriori novità, abbiamo contattato il dottor Mauro Paradisi , dermatologo e infettivologo, che ci ha fatto un quadro completo per capire come riconoscere il problema e soprattutto come intervenire…

Dottore, può spiegarci correttamente cos’è l’acne e come si manifesta

“In sintesi l’acne è una malattia infiammatoria del follicolo pilo sebaceo. È estremamente comune ed è probabilmente il motivo più frequente di consultazione dermatologica. Questo perché ne è affetto il 70/80 % degli adolescenti. La forma di acne più comune è infatti detta “acne giovanile” e tende a mostrarsi più precocemente nelle femmine che nei maschi.

Si manifesta inizialmente sul viso e talvolta sul dorso con pelle molto grassa, seguita dalla comparsa dei punti bianchi e dei punti neri che costituiscono l’acne comedonica o non infiammatoria. Se poi il quadro clinico si arricchisce di altri elementi come le papulo-pustole (i classici “brufoli”) entriamo nell’acne infiammatoria.

Ad un estremo di essa troviamo aspetti più severi con noduli, cisti o tragitti fistolosi: è l’acne nodulo cistica o conglobata, che coinvolge quasi sempre anche il tronco”.

Quali sono le cause che possono provocarla?

“Alla base dell’acne c’è un complesso meccanismo ormonale che riconosce come attori principali gli androgeni il cui aumento durante la pubertà è capace, attraverso specifici recettori, di stimolare la secrezione sebacea e l’ipercheratosi follicolare del follicolo pilifero con formazione di un tappo corneo.

La ritenzione di sebo e di microrganismi che ne consegue porta alla formazione del microcomedone che rappresenta il precursore delle lesioni acneiche (acne comedonica o chiusa).

La colonizzazione da parte del batterio Propionibacterium Acnes e l’infiammazione che ne consegue determina poi l’acne infiammatoria con i classici brufoli”.

L’acne è un problema tipicamente adolescenziale ma che può riguardare anche l’età adulta. I sintomi e le cause sono le stesse?

“Di solito si risolve dopo i 20 anni nei maschi e 25 anni nelle femmine , ma sempre più frequenti però sono i casi di acne dopo questa età, in particolare nel sesso femminile (“acne tardiva”).

Qui chiaramente sono in gioco ulteriori fattori, per esempio l’abitudine al fumo, un tenore di vita stressante, un trucco pesante, esposizioni incongrue al sole e soprattutto alterazioni ormonali come accade nella sindrome dell’ovaio policistico, che associa disturbi mestruali, peluria, acne e tendenza all’obesità.

In questi casi un bilancio endocrinologico ed una ecografia addominale sono indispensabili prima della terapia.

Nei maschi adulti è presente anche un tipo di acne professionale che riguarda, ad esempio, gli operai che sono a contatto con catrame, oli minerali e lubrificanti. ”.

L’alimentazione che ruolo gioco nella comparsa dell’acne? Ci sono dei cibi da assumere e altri invece da evitare?

“Questo è sempre stato un argomento molto dibattuto.

A partire dagli anni ’60 le ricerche scientifiche hanno più volte ribadito l’assenza di relazioni evidenti tra dieta ed acne ma negli ultimi anni alcuni autori hanno sottolineato un certo ruolo di alcuni alimenti come il cioccolato, il latte, i latticini e altri cibi contenenti zuccheri e carboidrati.

Se consumati in eccesso alzano i livelli di insulina, che a sua volta aumenta la sintesi di IGF-1, una sostanza stimolante la proliferazione dei cheratinociti basali e con effetto androgenizzante; ciò potrebbe peggiorare l’acne, ma solo in alcuni soggetti”.

Oltre all’uso di creme e lozioni esistono dei rimedi naturali che possono essere d’aiuto?

“Personalmente credo che la vera acne vada curata con una terapia farmacologica e che i rimedi naturali abbiano solo una funzione adiuvante.

Ma in caso di iperseborrea con acne minima possono giovare i gel all’aloe, le maschere all’argilla e talvolta le tisane di bardana”.

Risolvere il problema dell’acne esponendosi al sole o facendo uso di lampade solari è giusto? Come bisogna comportarsi in merito?

“La cute seborroica col sole tende a migliorare e l’abbronzatura maschera le imperfezioni cutanee, ma bisogna stare attenti. Infatti l’esposizione al sole, specie se incongrua, aumenta l’ispessimento dello strato corneo, il più superficiale della pelle, peggiorando la produzione di punti neri e la ripresa dell’acne, specie se si siano bruscamente interrotte le cure tradizionali.

In più bisogna evitare creme antisolari troppo occludenti e ricorrere a quelle appositamente formulate per pelli acneiche.

Ricordo che esiste anche la cosiddetta acne estiva o acne di Maiorca, che è in realtà un tipo di eruzione a tipo di follicolite composta da papule rossastre disseminate sul decollété e sul dorso dopo una intensa esposizione solare.

E’ chiamata così perché fu descritta da dermatologi danesi negli anni ’70 in quell’isola delle Baleari”.

Molti fanno anche uso dello scrub. E’ utile farlo per chi ha questo tipo di problematiche?

“Il termine scrub significa letteralmente “sfregare” e si riferisce alla procedura che permette di eliminare le cellule morte superficiali della cute per renderla più levigata.

Riferito all’acne è un detergente che si usa essenzialmente per quella non infiammatoria.

È composto da una parte liquida o cremosa che veicola una componente abrasiva costituita da micro-granuli. In genere si fa alla sera, comunque mai nell’acne infiammata con pustole o prima delle esposizioni solari”.

Per concludere quali accorgimenti consiglia a chi ha questo tipo di problematica?

“Innanzitutto evitare il “fai da te” utilizzando il rimedio dell’amica/o”

“la terapia deve essere individualizzata sulle necessità del paziente tenendo presente l’età, il tipo di acne, i suoi bisogni psicologici.

Indispensabile poi la collaborazione duratura tra il paziente e il dermatologo perché con una sola visita non si risolve nulla.

Senza costanza e buon senso gli obiettivi non si raggiungono e bastano poche e semplici regole per vincere una affezione che disturba notevolmente la qualità della vita in una età in cui l’aspetto fisico è molto importante”.

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