La struttura permette un rapporto 17:1 nel sollevamento di carichi, grazie a un sistema di tipo idraulico. La tuta robotica indossabile aumenta la forza dell’operatore, utilizzando un sistema di alta pressione idraulica, sensori, attuatori e controllori a sopportare il peso di un oggetto, lasciando a chi lo indossa sufficiente agilità per calciare un pallone da calcio. E ‘anche più leggero, più forte, resistente e più rispettoso dell’ambiente, e utilizza la metà della potenza del primo esoscheletro della società, XOS 1, lanciato nel 2008.
“In sostanza, la persona si muove in modo normale, e l’esoscheletro lo segue”, dice Smith. “Non c’è calcolo esterno. Ciascuna articolazione ha propria capacità di elaborazione, e le articolazioni comunicano tra loro”. XOS 2 è stato realizzato in diverse versioni: c’è la versione da lavoro, e una da combattimento. Quest’ultima non prevede l’installazione di armi, ma la capacità di operare senza cavi per permettere ai soldati di percorrere distanze più lunghe affaticandosi meno del normale.
L’esoscheletro non ha un’alimentazione autonoma e perciò si sta lavorando in quella direzione,cercando di sviluppare una sorta di zaino dotato di batterie, ma si punta soprattutto a diminuire il costo energetico della macchina in modo tale da poter inserire direttamente nell’esoscheletro la sorgente di energia desiderata. Attualmente XOS 2 consuma circa il 50% in meno di energia rispetto al modello precedente, e le prestazioni sono in continuo miglioramento.
“Con XOS 2, ci siamo concentrati sul consumo di energia e abbiamo cercato modi di usare l’energia idraulica in modo più efficiente” dichiara Fraser Smith. “Il risultato è stato che siamo stati in grado di migliorare le prestazioni riducendo il consumo di energia in modo significativo”. E conclude: “Consegnare gli esoscheletri è inevitabile, per come la vedo io. Sono disperatamente richiesti, e credo che i militari li vedano come una soluzione percorribile per un certo numero di problemi che stanno cercando di risolvere”.
Di Luisa Galati