Molto presto la ricerca polare italiana potrà contare sul nuovo punto di osservazione al Polo Nord, in via di realizzazione, grazie ad un accordo tra l’Università di Padova e l’Accademia delle Scienze della Polonia. L’unione delle due istituzioni di studio riguarderà l’utilizzo della stazione polare polacca Stanislaw Siedłecki, nelle isole Svalbard.
Nel contempo una stazione sismologica monitora i movimenti del suolo, dovuti alla tettonica delle placche e ai ghiacciai, insieme ad un laboratorio che effettua controlli sui frequenti cambiamenti nel campo magnetico naturale della Terra; il tutto in modo amplificato rispetto agli osservatori sismologici europei.
Continua Marion: “Una lista provvisoria delle possibili ricerche comprende lo studio dei cambiamenti climatici nelle acque interne, quello dell’adattamento genetico e fisiologico di macro e micro organismi, ma anche quello del comportamento dei materiali e dei macchinari in climi estremi” .
L’importanza della base Siedłecki ha molte ragioni, come dichiara Pawel Rowinski, dell’istituto di geofisica dell’Accademia delle Scienze in Polonia, in quanto “prima di tutto per la sua posizione, sulla soglia artica, e per la sua lunga tradizione, ma anche perché è possibile svolgervi osservazioni di lungo termine. La stazione, infatti, può ospitare in ogni stagione più di una decina di persone, che possono usufruire dei laboratori e delle attrezzature più avanzate”.
Sono stati perforati ghiacci e permafrost e raccolti campioni di neve, in situazioni estreme e in presenza di imprevisti particolari come la distruzione dei cavi da parte degli orsi polari. Nella stazione bisogna aver pazienza per il verificarsi di qualche evento inusuale, ma soprattutto, saper fronteggiare la difficoltà nelle comunicazioni e nei trasporti. Un’impresa nel complesso non da poco, al Polo Nord.
Di Luisa Galati