“Noi viviamo qui e ora. Tutto ciò che è stato prima e altrove è passato, un passato spesso dimenticato. Come potrebbe, come dovrebbe essere speso tutto il tempo che ci resta da vivere? Libero e senza forma. Viaggia leggero nella sua libertà e pesante nella sua incertezza. E’ un desiderio surreale e nostalgico quello di ripartire ad un punto della nostra vita ed essere capaci di prendere una direzione completamente differente da quella che ci ha reso ciò che siamo”.
Il film “Treno di notte per Lisbona” tenta di rispondere raccontando la storia di Amadeu attraverso il presente, in tutt’altra direzione da quando si svolsero gli eventi. Un film che si snoda attraverso i ricordi, attraverso le pagine ingiallite di un libro segreto, attraverso un viaggio in Portogallo, a Lisbona. Jeremy Irons come protagonista interpreta il professore svizzero Raimund Gregorius, che improvvisamente si trova a salvare la vita ad una ragazza che sta per buttarsi da un ponte.
La ragazza scappa perdendo un libro misterioso contenente un biglietto ferroviario per la notte stessa. Il professore, spinto da una voglia d’avventura, prende istintivamente quel treno: si recherà così a Lisbona in piena notte. Il viaggio si aprirà come un sogno confuso e si dipanerà con un tuffo nel passato che ci porterà nell’ormai lontano 1974 alla rivoluzione dei garofani: una storia fatta di ribellione ma ancor prima di autentico amore. Le amicizie di una vita che si cristallizzano nei ricordi di emozioni che pervadono e ancora si incontrano per i vicoli di Lisbona.
Amadeu de Prado, autore del libro recuperato dal professor Gregorius, era un giovane medico e scrittore. Il film è una rilettura della sua vita attraverso le persone che lo hanno vissuto negli affetti: un meraviglioso affresco della cultura e del pensiero della borghesia portoghese. La malinconica identificazione con Amadeu, da principio immediata, da parte di Raimund, rivive nelle vicende come in un antico specchio. L’incarnazione presente del passato permette l’incontro delle due anime affini negli ideali ma diverse nei fatti e nel vissuto. La scena delle prove dall’oculista a causa degli occhiali andati distrutti tuttavia è una metafora del “non saper vedere”. Quando Gregorius-Amadeu riacquisterà la giusta percezione delle cose attorno a lui, avrà acquisito anche il cuore e lo spirito dell’alter ego portoghese: il saper vedere oltre gli occhi.
È una fuga dalla vita monotona, la voglia di scoprire il mondo e la capacità di saper amare: è un invito a credere ancora alla libertà, al rispetto della vita, al valore dell’amicizia e degli ideali e all’amore, quello vero. Il premio Oscar Jeremy Irons ha dato vita intensamente ad un personaggio smarrito nel suo passato costruendogli, in questo cammino per Lisbona, incontro dopo incontro, un futuro migliore. Un omaggio a Lisbona, al Portogallo, alla dolcezza degli amori passati che vivono in noi.
Di Luisa Galati
