Una mostra molto particolare, legata al mondo del cinema, è stata realizzata nel magnifico Palazzo Mocenigo di Venezia, a pochi passi dal celeberrimo ponte di Rialto. L’allestimento si prefigge di mostrare un percorso che segue gli anni delle mostre del cinema di Venezia attraverso gli abiti di scena dei films: nelle antiche sale settecentesche troneggiano dei costumi e degli abiti di firma sfoggiati anche dalle stars di oggi.

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Si va dagli anni ’70 con gli abiti creati per il “Casanova” di Federico Fellini – un chiaro legame con la città di Venezia- agli anni 2000, con i capi indossati sul red carpet del Lido. Progettata e curata da Fabiana Giacomotti, scrittrice e docente di Scienze della moda e del Costume alla Sapienza di Roma, insieme con Alessandro Lai, costumista  e storico dell’arte, con un allestimento di grande impatto a cura di Sergio Colantuoni nei suggestivi spazi tra il piano terra e il piano nobile di Palazzo Mocenigo , mette in scena le corrispondenze fra i costumi dei grandi film girati nella città lagunare, la moda attuale che a questi film e a queste suggestioni si è ispirata, e i preziosi capi conservati in museo.

Gli abiti da sera creati da Piero Tosi per Silvana Mangano in “Morte a Venezia” trovano la loro chiara ispirazione nelle mise più sognanti degli stilisti di oggi. Nove sono i films rappresentati per altrettanti modelli femminili ed epoche storiche, da” Mambo” e “Tempo d’estate” a “Senso”, “Anonimo Veneziano”, “Morte a Venezia”, “Casanova”, “Il Talento di mister Ripley”, “Le ali dell’amore”, “The Tourist”.

Un excursus inedito destinato a celebrare anche gli 80 anni della Mostra del Cinema di Venezia, di cui una parte significativa sarà riservata ai grandi abiti di red carpet degli ultimi cinquant’anni e alle attrici che li hanno indossati da Anna Magnani, Sophia Loren e Valentina Cortese fino a Gwyneth Paltrow, Anne Hathaway, Keira Knightley, Alba Rohrwacher, Tilda Swinton e Madonna.

Si delinea così un cinema raccontato attraverso lo stile e, cosa ancora più interessante per il visitatore, una città raccontata attraverso le trame del tessuto. Il rapporto creativo che lega, del resto, molti designers e artisti a questa città, viene esplicitato nella figura di Gianfranco Ferrè, uno dei più abili traduttori dell’opulenza rinascimentale e del barocco lagunare, uno dei nomi della moda presente in una video-intervista all’interno del Palazzo.

La moda non è più mera espressione di gusto, semplice esempio di artigianato, ma arte, dove arte è sinonimo di creatività, innovazione, sconvolgimento sociale e intellettuale. Ogni tipo di giudizio negativo che vede questo linguaggio artistico come futilità e frivolezza, scompare ammirando, come se ci si trovasse in un luogo sacro, le opere esposte.

Non più semplici vestiti, ma simboli, trame di storie, le nostre e quelle delle pellicole cinematografiche, dei tessuti, dei materiali, di oggetti che divengono quasi feticci, una sorta di diari visibili di sentimenti ed episodi di vita vissuta. La moda in tal senso diventa espressione visibile della nostra maschera, di chi vogliamo essere e di come lo interpretiamo su quel palcoscenico chiamato vita.

L’esposizione, che attraversa la storia della Mostra d’Arte Cinematografica del Lido di Venezia, resterà aperta fino al 6 gennaio 2013.

Di Luisa Galati

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