The Revenant, per la regia dell’acclamato Alejandro Gonzalez Iñárritu, promette di essere uno dei film più discussi del nuovo anno. Natura, vendetta, violenza, uomo e animale : tutto fuso in una storia cruda, ispirata a fatti reali. Il regista messicano muove dal racconto reale dell’avventura del cacciatore di pelli Hugh Glass, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento: nel 1823, durante una spedizione commerciale nei territori del Missouri, venne abbandonato in fin di vita dai suoi compagni, e malgrado questo riuscì a sopravvivere.
Candidato a ben 12 premi Oscar, The Revenant è un’esperienza cinematografica, ricca di riprese spettacolari, per la fotografia inarrivabile di Emmanuel Lubezki; il lungometraggio riesce ad unire la narrazione dell’estremo tentativo di sopravvivenza del protagonista e lo straordinario potere dello spirito umano.
In una spedizione nel selvaggio territorio americano, l’esploratore Hugh Glass – Leonardo DiCaprio – è attaccato e ferito da un orso, una femmina di grizzly, infine abbandonato perché creduto morto dalla sua stessa squadra di caccia.
Le temperature sottozero si sono rivelate estreme per l’intera troupe durante tutta la lunghissima produzione. La maggior parte del film è stata girata all’aperto in Canada e sulle montagne innevate dell’Argentina, ma alcune riprese sono state particolarmente difficili a causa di un lago ghiacciato che ha inondato il set di acqua gelida.
“Leonardo è un coraggioso, incredibile attore. Sono così sorpreso di quanto sia bravo. Penso che ci sia una profonda comprensione dell’umanità che posso vedere attraverso i suoi occhi. E’ una cosa molto sperimentale quello che stiamo facendo qui. Ora sono dedito a fare cose che possono fallire orribilmente o che forse ci possono riservare delle sorprese. Ci siamo tutti dentro” ha dichiarato Iñárritu, entusiasta della performane di DiCaprio.
Il 28 febbraio prossimo si saprà se l’Academy avrà decretato sufficiente la prova attoriale di DiCaprio per potergli concedere il premio Oscar come protagonista.
Nel cast l’attore degno ” avversario” di Leo è Tom Hardy, che ha la faccia del cattivo assassino e materialista, il quale per l’occasione sfodera tutto il cinismo possibile. Dopo l’Oscar dello scorso anno per il virtuoso “Birdman”, Gonzalez Iñárritu riconsegna al pubblico una nuova prova cambiando genere e avvicinandosi ad una specie di western contemporaneo. Ma il messaggio è totalmente diverso: è un riconciliarsi con la natura, sia essa uomo, animale, o anche semplicemente albero, poiché quest’ultimo, “per quanto ci sia un forte vento, resiste se ha radici forti”. Il ricordo della moglie indiana di etnia Pawnee uccisa, insieme a quello vivido dell’uccisione ancora più atroce del figlio, lo accompagnerà scatenando in lui la ferocia, ma a tratti addolcendolo con la saggezza del popolo nativo americano, che ricollega tutto al ” destino nelle mani di Dio”.
Di Luisa Galati