Danh Vo mostra Venezia

image “Slip of the Tongue”, la mostra prossima all’apertura a Punta della Dogana, a Venezia. Il 12 aprile per il pubblico, ovvero domenica prossima. Il protagonista stavolta è Danh Vo, in questo caso, artista e curatore allo stesso tempo. Nato in Vietnam nel ’75, Vo è la testimonianza che, malgrado le guerre e gli ostacoli del paese d’origine, sia possibile lavorare in campo artistico.
Gli aspetti di vita e sopravvivenza che compongono le nostre storie culturali sono accolti nel contesto della Dogana come ambiente atto a un’esposizione di questo tipo: a tal proposito si può ripensare allo storico dell’arte Cesare Brandi – tra i fondatori dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma – , il quale definiva “ogni intervento che miri a ripristinare un prodotto dell’attività umana” come “un atto critico e metodologico”.

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La mostra presenta la concomitanza di elementi artistici contemporanei in dialogo con il ‘cuore’ storico dell’esposizione, costituito da opere che arrivano da istituzioni veneziane: le Gallerie dell’Accademia e l’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. Questi lavori recano dei processi che, pur preservandole, le hanno alterate, rinnovando la loro forma, in alcuni casi in modo drastico, come ad esempio  frammenti di dipinti ridotti per le esigenze di “adattamento” a un cambiamento di scenario. In questa doppia valenza nasce e viene concepita  “Slip of the Tongue”. Il titolo dell’esposizione (“lapsus”) si ispira a quello di un’opera dell’artista Nairy Baghramian (nata nel 1971) con cui Danh Vo conversa in modo attivo, il cui frutto è  presente in mostra grazie a tre installazioni. La kermesse artistica disegna così anche una “mappatura” dell’amicizia. Il resto è costituito da due composizioni  dell’artista americana Nancy Spero (1926-2010). Primo il Codex Artaud (1971-1972): si tratta di 34 rotoli composti di strisce di carta, che raccolgono una forma ibrida di scrittura-disegno-pittura e che possono essere letti come un’attività di “ripristino”, da parte dell’artista americana, del furore e della frustrazione che lo scrittore francese Antonin Artaud ha posto alla base del suo linguaggio incandescente. Cri du Coeur (2004), ultima installazione monumentale dell’artista, esprime il dolore intimo del cordoglio, “adattato”, vale a dire indirizzato, alle migliaia di persone colpite nello stesso momento dai disastri bellici – e ambientali – anonimi con cui Nancy Spero crea un legame.

 

imageL’insieme di dimensione interpersonale della relazione e della  dimensione sociale ricorda anche i progetti precedenti di curatela da parte di Danh Vo, che riguardano anche artisti che non ha conosciuto, ad esempio Felix Gonzalez-Torres (2009, Centre d’Art Contemporain Wiels, Bruxelles), Martin Wong (2013, Solomon R. Guggenheim Museum, New York), Julie Ault (2013, Artists Space, New York).

Il coinvolgimento a livello individuale trova eco anche nella presentazione di oggetti come i candelabri della sala da ballo dell’Hôtel Majestic a Parigi, che furono gli inanimati testimoni  dei negoziati  sul futuro del Vietnam nel 1975, lo stesso anno in cui l’artista nacque esattamente in quel Paese. Il ruoli si mescolano con la Storia, e proprio per questo possiamo dire che probabilmente Vo in quanto “curator” è allo stesso tempo “artista”.

Questo legame tra l’attività dell’artista in una dimensione di cura – di salvaguardia, di violenza perpetrata sugli oggetti e di “riparazione” più che di interpretazione – sembra rivestireogni oggetto che costituisce l’esposizione “Slip of the Tongue”. Ed è lo stesso filo conduttore che ha guidato la scelta tra le opere nella Collezione Pinault . Tra i 35 artisti che Danh Vo ha scelto, uno su tutti ne  dà forma con una una fotografia: Robert Manson, il quale raffigura una cavalletta con la mano che la regge, una mano che funge da supporto e da sostegno. Simbolo di una nuova e una vecchia generazione di artisti.
image“Slip of the Tongue”, curata da Danh Vo in collaborazione con Caroline Bourgeois
Apertura al pubblico: domenica 12 aprile 2015, Punta della Dogana, Venezia

 

Gli artisti in mostra:
Leonor Antunes, Julie Ault, Nairy Baghramian, Giovanni Bellini, Constantin Brancusi, Marcel Broodthaers, Giovanni Buonconsiglio, detto il Marescalco, Jos De Gruyter & Harald Thys, Hubert Duprat, Elmgreen & Dragset, Luciano Fabro, Fischli & Weiss, Felix Gonzalez-Torres, Petrit Halilaj, David Hammons, Roni Horn, Peter Hujar, Tetsumi Kudo, Bertrand Lavier, Zoe Leonard, Francesco Lo Savio, Lee Lozano, Robert Manson, Piero Manzoni, Sadamasa Motonaga, Jean-Luc Moulène, Henrik Olesen, Pablo Picasso, Sigmar Polke, Carol Rama, Charles Ray, Auguste Rodin, Cameron Rowland, Carlo Scarpa, Andres Serrano, Nancy Spero, Sturtevant, Alina Szapocznikow, Paul Thek, Danh Vo, David Wojnarowicz, Martin Wong

Per la parte storica:

Anonimo. Abruzzo, XIII secolo, Anonimo. Italia centrale, XIII secolo, Maestro delle Decretali di Lucca, XIII secolo, Anonimo. Perugia, XIV secolo, Maestro del Seneca, XIV secolo, Nerio. Bologna, XIV secolo, Anonimo. Firenze, XV secolo, Maestro Olivetano, XV secolo, Maestro del Lattanzio riccardiano, XV secolo, Scuola di Tiziano

Di Luisa Galati

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