#sanremo2018…. e anche quest’anno è andato.

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Non sono un critico musicale, quindi non farò “pagelle”, ma vorrei dare una mio “senso” al tutto, adesso che la Kermesse si è conclusa.

Innanzitutto vorrei fare un plauso ai conduttori, secondo me eccellenti e una volta tanto ben assortiti in modo tale da creare sinergie complicità spesso improvvisate quanto riuscite.

Il “Direttore Artistco” , poi rinominato “Dittatore Artistico” è il vero vincitore del festival

Un grande “bravo” a Claudio Baglioni che è riuscito a prendersi in giro più volte, con ogni tipo di autoironia possibile, sciogliendo quella cortina di “uomo di ghiaccio” , spiazzando tutti e, credo, rendendosi impensabilmente simpatico e “compagnone” anche a chi non lo ha mai seguito come personaggio, pur ovviamente apprezzando la sua monumentale bravura come cantante e compositore.

Baglioni - Hunziker - Favino #sanremo2018
fonte: https://www.facebook.com/festivaldisanremo

Il “Maestro Baglioni”, come viene spesso citato dal suo ufficio stampa in varie comunicazioni, è riuscito probabilmente nella cosa più difficile: Dare una diversa immagine di sé, decisamente più ironica e leggera che, in un contesto nazional-popolare ( come dice l’inossidabile Pippo Baudo, anch’egli -giustamente- celebrato in questa edizione) come quello del festival di Sanremo, è apparsa come una delle cose più adeguate alla situazione.

Un plauso sicuramente va ai suoi due eccellenti compagni di avventura:

Michelle Hunziker brava come sempre e poi è come il prezzemolo: sta bene ovunque.

Pierfrancesco Favino bravo, professionale e di una comicità naturale assoluta (che spero continuerà ad usare…)

Gli ascolti sono stati certamente dal record e questo renderà sicuramente arduo il compito di chi dovrà condurre la manifestazione il prossimo anno…. Ma di questo avremo modo di riparlarne…

Riguardo all’aspetto musicale, ovvero la gara vera e propria, pur come anticipato non facendo il critico vorrei dare una mia breve analisi di insieme.

“Vinca il Migliore” ma è andata davvero così?

Non nascondo che il dubbio che i vincitori (la coppia Moro – Meta) non abbiano raggiunto il risultato esclusivamente per meriti musicali o artistici (che, per inciso, non sono riuscito a cogliere, ma probabilmente per le mie limitazioni musicali e culturali) , ma grazie ad uno studio adeguato e preciso delle strategie di marketing appoggiate ai social media.

Moro Meta
fonte: https://www.facebook.com/festivaldisanremo

Sia chiaro che personalmente non ci vedo niente di male: Barack Obama è stato il primo presidente americano di colore eletto anche (non solo) grazie alla rete, quindi non fa certamente scandalo che la polemica del possibile plagio e conseguente eliminazione emersa, guarda caso, proprio nel momento caldo della gara (anziché durante la fase di ammissione il festival, dove i controlli si devono fare, come da regolamento) , possa essere stata in realtà una abile strategia decisa a tavolino.

Il secondo posto per il cosiddetto “fenomeno” de “Lo Stato Sociale”  stride enormemente con l’ultimo posto di Elio e le storie tese a cui, per lo stile surreale, essi certamente si sono ispirati o comunque hanno tratto esperienze.

La qualità tecnica, musicale e canora di Elio e i suoi è di una dimensione imparagonabilmente superiore al gruppetto di ragazzi che, seppur simpatici, non hanno prodotto una performance canore musicale all’altezza, specialmente nella prima serata, dove il cantante ha sbagliato una nota su tre: eppure sono stati premiati loro, ma anche per questo esiste una spiegazione razionale.

È evidente che il fenomeno social abbia dato una mano non da poco a questi giovani ragazzi, mentre ovviamente meno poteva farne con Elio e i suoi compagni di viaggio arrivati alla loro ultima e su esecuzione pubblica prima del definitivo scioglimento, già ampiamente anticipato lo scorso anno..

lo stato sociale Sanremo 2018
fonte: https://www.facebook.com/festivaldisanremo

A conferma della mia ipotesi, chi ha seguito X-Factor ricorderà che Elio ha aperto il suo account social proprio durante la sua ultima apparizione come giudice del talent canoro, quindi non si può certo dire che abbia la potenza o la forza delle nuove leve che sui social vanno davvero alla grande.

Per carità, ci sono delle eccezioni, una su tutte quella dello straordinario Gianni Morandi (che con Claudio Baglioni ha condiviso il grande Tour “Capitani Coraggiosi“) che, a dispetto dell’età anagrafica non proprio adolescenziale , è un vero e proprio fenomeno sociale, ma si tratta davvero di una bellissima quanto rara eccezione.

Tornando ai secondi classificati, al momento direi quindi molto fumo e poco arrosto, ma l’idea è buona e se incominceranno a migliorarsi davvero, ci potrebbe essere un seguito.

Il terzo posto di Annalisa mi trova sostanzialmente d’accordo, perché è un artista giovane che probabilmente ha ancora molto da dare, ma devono arrivare conferme che, attualmente, non vedo: una cosa è essere una brava cantante e un’altra essere un artista. Il tempo ci dirà l’esatta dimensione della cantante.

Annalisa
fonte: https://www.facebook.com/festivaldisanremo

Tutto il resto è noia ?

Potremmo parlare delle scadenti esibizioni di alcuni grandi artisti e grandi nomi presenti, degli eccessi “artistici “e “impegnati” di alcuni big, delle varie “operazioni riciclo e nostalgia” oppure delle mancate conferme di ex giovani che sembrano destinati destinati a essere soltanto delle comete nel panorama musicale italiano…. ma di questo parleranno tutti i talk show radiofonici e televisivi sul festival insieme a tutte le testate specializzate, quindi lascio ben volentieri a loro l’ingrato compito.

Per quanto mi riguarda posso dire che, partendo dall’assunto che “fare” il festival di Sanremo è sempre un’impresa estremamente difficile, stavolta vi è stata la sensazione di una “missione compiuta”, con uno spettacolo tutto sommato scorrevole, per molti tratti godibile e, sicuramente, con una veste di informalità che spero sia presa di esempio anche per le future edizioni, perché se da una parte è vero che “Sanremo è Sanremo”, ma prendo a prestito il titolo di una canzone di Edoardo Bennato per ricordare che, alla fine, ” sono solo canzonette”.

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