Cinema Odeon: film, colori, canzoni, violenza e contaminazioni. Questa l’aria che si respira al 15^River to River Florence film Festival, diretto da Selvaggia Velo. Il festival propone film di registi indiani, ma non solo; offre un continuo dialogo tra l’India e Occidente, tra passato e futuro, tradizione e nuovi innesti cinematografici.
Madrina dell’evento per questa edizione è la regista Deepa Metha, autrice della trilogia ” Fire, earth, water ” , quest’ultimo riproposto ieri durante il festival. L’artista ha presentato il nuovo lavoro cinematografico, ” Beeba boys”, film che mescola a ritmo di musica bhangra, pistole, cocaina e tradimenti: il ritratto di una guerra tra bande Indo- canadesi in un violento scontro fra culture.
Nella giornata di festa dell’ Immacolata il River to River ha saputo unire l’India e la cinematografia alla celebrazione del quarantennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini, con la proiezione di “Appunti per un film sull’India” , presentato alla mostra del cinema di Venezia nel ’68.
Il colorito racconto di Cederna sul l’incontro con una ” sadhu” – una specie di santona eremita- in alta montagna, alle sorgenti del Gange, è stata una nota di colore che ha stemperato le malinconiche riprese pasoliniane.
Stasera il festival continua, con la narrazione di un’ India contemporanea e violenta, un Paese che ancora oggi uccide le donne e non lascia loro quella libertà che in ogni democrazia si dà per scontata.
La realtà e la finzione convivono in River to River, in una ricerca di senso sull’ India dell’eredità e su quella attuale. Il festival s’interroga sul significato delle parole fuori campo di Pasolini, quando descrive in una sequenza il suo film girato per lo più a Bombay:” Un occidentale che va in India ha tutto, ma non dà niente. L’India, invece, non ha nulla, in realtà dà tutto “.
Di Luisa Galati