La storia di questa fin qui straordinaria invenzione comincia nei laboratori della University of California di Los Angeles, presso i quali i matematici Andrea Bertozzi e Martin Short, l’antropologo P. Jeffrey Brantingham e il criminologo George Mohler dell’UCLA hanno sviluppato, sei anni fa, un algoritmo basato sull’analisi predittiva dei crimini. Da questo lavoro di ricerca è nata PredPol, la piccola società omonima del software così sviluppato, che ha poi offerto i propri servizi alla Polizia di Los Angeles.
Non si tratta naturalmente di un metodo infallibile, e certo ci si aspetta che l’algoritmo possa “imparare” ad essere più efficiente tramite l’apporto costante di dati; già così, che sia per intervento diretto o per effetto di dissuasione, nella zona presidiata di Los Angeles i crimini violenti sono calati del 21% e le aggressioni del 33%, e nel momento in cui scriviamo PredPol viene testato nella contea inglese del Kent per valutarne l’acquisto e l’utilizzo. Se supererà questa prova, è possibile che diventi una tecnologia adottata in tutta Europa entro breve.
Di Carlo Vanni