Miss Marx a Venezia 77

Venezia 77: in questa particolare edizione, ridotta e iper controllata, c’è spazio per riscoprire -anche – i talenti italiani.

Susanna Nicchiarelli, già vincitrice al lido di Venezia con “Nico” per la sezione Orizzonti a Venezia 74, torna con un’opera in sintonia col suo background.

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Un film che parla di idee, di rivoluzione, di filosofia (materia della prima laurea per la regista romana), e lo fa in modo originale, fin dalla scelta della protagonista.

Miss Marx a Venezia 77

Tutti conoscono Karl Marx, il suo “Das Kapital”, ma ben pochi sanno dell’esistenza della figlia, donna colta ed emancipata. “Miss Marx: la modernità – che doveva ancora arrivare –  si fa viva nel corpo grazioso di Eleanor Marx.  

Il film è costruito a partire dalle lettere ritrovate, scritte dalla stessa Eleanor o dal padre.

La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i cliché del dramma in costume” spiega la Nicchiarelli.

Nata a Londra nel 1855, Eleanor fu una delle prime donne ad aver fatto sue le rivendicazioni femministe insieme a quelle socialiste; visitò le fabbriche, e si oppose al lavoro minorile.

Persuasiva nell’oratoria e militante, scrisse libri e articoli di giornale.

La sua vita non fu però facile, indirizzata da Karl allo studio, in seguito ‘costretta’ dal padre in un ruolo che non era quello per cui era nata.

Difficoltà che sfociarono anche nella relazione sentimentale con Edward Aveling, attivista socialista, divulgatore delle teorie evoluzionistiche di Charles Darwin, e dell’ateismo.

Miss Marx a Venezia 77

Appassionati anche di letteratura e di teatro,  Marx e Aveling, già impegnato in un precedente matrimonio, si frequentarono a dispetto dei valori borghesi dell’epoca, contrastati da entrambi.

Scrissero insieme “The Woman Question, un trattato uscito nel 1886 che univa socialismo e femminismo.

I temi centrali: il patriarcato e lo sfruttamento delle donne erano connaturati al capitalismo, la liberazione femminile era una condizione di partenza per il socialismo, questa sarebbe stata raggiunta in accordo ad opera di uomini e donne. 

 Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico”. 

Non ci si aspetti il ‘classico’ film ambientato a fine Ottocento. 

La regista romana sovverte le regole e gira ispirandosi a Truffaut, con sguardi diretti in macchina, nel recitare i discorsi clou scritti dall’intellettuale, alternati ad un’autentica esplosione sottolineata da una colonna sonora strepitosa e ruggente.

Ciò che ricorda quel tipo di cinema anni ’50” svela la Nicchiarelli “è l’uso della rottura della quarta parete da parte della protagonista del film che, in diversi momenti della storia, rivolge lo sguardo direttamente al pubblico e, uscendo dalla finzione, parla con lui”. 

Classico e punk convivono bene nella storia, perché esprimono gli aspetti di un’anima che anticipava i tempi, ribelle e sagace, libera da schemi precostituiti.

Miss Marx a Venezia 77

Eleanor convive con Edward, sopportando le sue mancanze, ma il ritratto che ne fa Susanna Nicchiarelli non è tragico.

“Cerco sempre di non fare film nostagici, mi piace fare film sull’oggi anche quando sono ambientati nel passato – commenta la regista durante la conferenza stampa -. Volevo dare questo senso di romanticismo al pubblico di guardare a un film del passato e portarlo all’oggi».

E aggiunge: “Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con una delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali ed urgenti, oggi come ieri”. 

All’uscita dalla sala aleggiava una sottile energia, una specie di sorriso interiore tra le spettatrici. ‘Miss Marx’, interpretata dall’attrice britannica Romola Garai, uscirà al cinema il 17 settembre

di Luisa Galati

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