Maurizio, quando ha iniziato a manifestare il tuo interesse alla pittura?
Ho sempre manifestato una forte inclinazione al disegno e all’arte in generale, ma il primo passo con la pittura ad olio lo feci nel 1998, all’età di 20 anni. Da allora ho attraversato diverse stagioni: diciamo che i primi 5/6 anni sono stati una continua esplorazione nella quale ho maturato le mie conoscenze, è stato in sostanza un periodo formativo. Poi ho conosciuto meglio i grandi maestri del passato, Salvador Dali in primis. Pur producendo opere con un carattere piuttosto eterogeneo, molto slegate tra di loro, al punto da indurre più di qualcuno nel dubbio che siano il frutto della stessa mano, ho iniziato ultimamente a raggrupparle in “filoni”, come se negli anni avessi mantenuto distinte più vene creative.
Ormai da anni porto avanti la mia attività artistica parallelamente alla mia attività lavorativa reale, che è quanto di più distante dal momento che sono Ingegnere Aerospaziale e lavoro nel campo aeronautico. Continuo ad alimentare il sogno nel cassetto, ovvero di diventare Ingegnere per Hobby e Pittore di professione.

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Che tipo di pittura realizzi?
Dipingo prevalentemente ad olio, utilizzando differenti tecniche, ma non disdegno l’utilizzo dell’acrilico. Come dicevo godo di un’ispirazione piuttosto eterogenea, che va dalle vedute della mia città, Roma, a soggetti surreali/metafisici.

Che artista sei?
Sono uno che cerca di mettere su una tela un’idea, un’emozione che si rivela per un istante nella mia mente.

Da quanto tempo sei diventato l’artista che sei oggi?
Credo di esserlo sempre stato, l’originalità è un qualcosa che ci contraddistingue fin da quando decidiamo di colorare un cielo di rosso anziché di azzurro quando siamo all’asilo.

Secondo te c’è ancora l’originalità nei vari artisti, tu come la definisci?
Sicuramente. Mi capita spesso di imbattermi in artisti estremamente originali, e che per esserlo non devono fare ricorso a precarie installazioni o effetti speciali. Solamente tela e pennello . Quando si dipinge con sincerità si traduce in pittura la propria essenza che è originale per definizione. È un po’ come la nostra calligrafia, c’è chi mantiene lo stile che ha imparato alle elementari e chi negli anni lo trasforma in un personale stile di scrittura. L’originalità è il frutto del nostro bagaglio, della nostra esperienza e del nostro essere intimo. E’ un qualcosa di nuovo che contiene in se l’eredità del passato e i semi del futuro.

 

Cosa dovrà aspettarsi in futuro il nostro pubblico?
Credo che i pittori lavoreranno sempre di più come le grandi firme della moda: con delle linee “economiche”, ovvero pile di stampe numerate in tiratura limitata e pochi pezzi unici per pochi facoltosi collezionisti.

Quali artisti hanno influenzato il tuo stile?
Adoro Caravaggio, il Futurismo ed il Surrealismo.

Quale tecnica utilizzi per le tue opere?
Generalmente olio su tela. Sia dipingendo con la tecnica delle velature, sia dipingendo con il colore a corpo. Utilizzo anche una tecnica mista olio e acrilico, facendo largo uso di vernici di finitura.

Quale messaggio vorresti dare con la tua pittura?
Non ho messaggi particolari, credo che l’arte non si debba “sporcare” con messaggi di natura politica o simili. Credo che l’arte debba comunicare la bellezza che alberga dentro l’uomo e al di fuori di esso, rendendola palese agli occhi meno allenati a coglierla. Come diceva Dostoevsky: “La bellezza salverà il mondo”.

Dove possiamo visionare le tue opere?
Sul mio sito www.mauriziocolaprete.it e su:

https://www.facebook.com/pages/Maurizio-Colaprete-Project/305535482836298

Un’ultima domanda, dai un consiglio a chi vorrebbe iniziare questo magnifico viaggio di pittore.
Studiare studiare  studiare. La tecnica è fondamentale per poter essere un vero pittore.

Di Maria Valentina Patanè

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