Una società guidata dall’ingegnere svizzero Pascal Jaussi sta costruendo SOAR: una navetta spaziale, combinando tecnologie provenienti da tutto il mondo. Jaussi, ingegnere e pilota delle forze aeree svizzere, ha fondato la società svizzera Swiss Space Systems nel 2013 a Payerne, nel canton Vaud il cui obiettivo è quello di rendere lo spazio accessibile attraverso lo sviluppo, la produzione e la gestione Aerei spaziali suborbitali.
Il progetto chiamato “S3” è stato tenuto a lungo un segreto, ma non è nato reventemente. Infatto , appassionato di aviazione e di imprese spaziali, da quando lesse i fumetti di “Tintin”, vi lavora già dal 2005. Pilota e ingegnere formatosi a Zurigo, Losanna e Tolosa, Jaussi ha ottenuto da Dassault il diritto di riprendere il progetto K1000 – per la messa a punto di una navetta spaziale europea – mentre lavorava presso lo Space Center del Politecnico federale di Losanna, accanto all’astronauta Claude Nicollier.
- Il primo stadio è rappresentato da un Airbus A300, che salirà fino a quota 10’000 metri, con la navetta sulle spalle.
- Il secondo satdio è il SOAR, che raggiungerà una distanza di 80 km dalla Terra, per poi ridiscendervi e atterrare senza pilota.
- Infine, il terzo stadio sarà rappresentato da un piccolo razzo, che immetterà il satellite o i satelliti in un’orbita terrestre bassa (fino a 700 km).Per rendere il progetto commercialmente valido, la Swiss Space Systems sta lavorando importando componenti già esistenti provenienti da Russia (come i motori), Europa, Asia e Stati Uniti per poi assemblarli in Svizzera. L’assemblaggio della navetta sta iniziando presso la sede di Payerne e dopo una prima fase di test, i primi voli sono previsti per il 2018.
Di Massimo Dallaglio