Grazie all’utilizzo di un controller per Playstation 2, il professore Masayuki Inaba e il ricercatore Yuto Nakanishi innescano i movimenti del robot consentiti da motori, circa 100.
Il professore Nakanishi afferma: “quasi tutti i robot umanoidi sono alimentati da motori a corrente continua in corrispondenza dei giunti, mentre in Kojiro la novità è che i motori sono utilizzati per mettere in tensione dei cavi (pseudotendini) in posizioni specifiche dello scheletro simulando contrazione e rilasciamento muscolare così come avviene nel corpo umano”.
• E’ alto 140 cm
• Pesa 45 kg
• Possiede 100 strutture muscolo-tendinee (per dare al robot 60° di libertà di movimento, più dei rotary bot come Asimo (34°)
• Ha 3 giroscopi
• 1 accelerometro tridimensionale a tre assi posizionato nella testa
Il sistema artificiale di ossa, muscoli e tendini lo rendono più leggero e agile di altri robot in circolazione, l’unico svantaggio è la difficoltà di controllo, poiché si tratta di un modello non ancora perfezionato e preciso.
I ricercatori, utilizzando tecniche di machine learning, stanno già insegnando a Kojiro ad eseguire diversi tipi di movimento, partendo da movimenti di base fino ad arrivare ad azioni più complesse e stanno tentando di sviluppare algoritmi di controllo più efficienti e legati ad un processo interattivo di apprendimento.
Man mano che il comportamento diventa più preciso, si fornirà anche più potenza ai motori , in un processo che ricorda lo sviluppo muscolare di un bambino.
Ogni motore ha anche un sensore rilevamento della temperatura: Un circuito, basato sulle misure della temperatura, regola automaticamente la corrente che alimenta i motori. I risultati sono trasmessi ad un computer e visualizzato su uno schermo di controllo sviluppato da Takanishi; questo sistema può far funzionare i componenti oltre le specifiche, per brevi istanti per consentire a Kojiro sforzi temporani per superare ostacoli, che normalmente sarebbero al di fuori della sua portata.
Di Maria Valentina Patanè