Storie che tuttora fanno parte di noi, della nostra italianità. Ballestracci non è nuovo a questi ricordi stampati su carta: apparso recentemente in alcuni articoli sul Venerdì di “La Repubblica” e sull’inserto Sette del “Corriere della sera”, racconta spesso di storie legate al periodo della sua infanzia, quando non c’era lavoro e si emigrava appena ce n’era la possibilità. A dicembre ha tenuto una presentazione di “Imerio” accompagnata dalla sua armonica a bocca e dalla fisarmonica dell’ amico Marco Cecchetto, all’interno della libreria Feltrinelli di Mestre, in una delle tante tappe del “tour” letterario-musicale con cui intrattiene gli spettatori.
Le fatiche, quella sportiva di Imerio e quelle esistenziali convivono così un ideale di vittoria, una sete di farcela. Prendendo come esempio il Veneto, Ballestracci riesce a ricostruire i racconti che appartengono alla collettività, alla Storia, facendo rivivere Imerio con le sue pedalate insieme ad un’intera generazione che ha saputo lavorare duramente.
Di Luisa Galati