il Karma non è acqua

il Karma non è acquaIl karma non è acqua

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Alcuni dicono: «Purtroppo la vita non è sempre meritocratica.»

Oh, sì che lo è. La vita è assolutamente meritocratica e ciascuno di noi è continuamente premiato per le buone azioni che ha compiuto e punito per le mancanze di cui si è reso responsabile.

Anche se a volte sembra che le cose vadano in modo diverso, ciascuno di noi finisce sempre per avere in sorte né più né meno di ciò che ha dato agli altri. Questo vale per tutte le azioni che compiamo: presto o tardi, in una forma o nell’altra, riscuoteremo l’esatto corrispettivo della felicità e del dolore che abbiamo dispensato al prossimo – e prossimo non significa solo «esseri umani».

Se a volte sembra che la vita non sia meritocratica, è perché dare e ricevere sono in differita

Ciascuno raccoglie ciò che semina, e se semina sofferenza raccoglierà sofferenza. È un principio universale rigoroso. Se a volte ti sembra che le cose vadano in modo diverso è perché spesso le apparenze ingannano e perché dare e ricevere sono in differita. Ma non c’è possibilità di errore e che si tratta di una legge di natura infallibile come può esserlo la legge di gravità. È solo che la scienza non l’ha ancora ratificata.

Nessuno sfugge mai alle conseguenze delle proprie azioni. Infatti, è impossibile eludere il karma ed esso non si esaurisce da sé. Al contrario, anche le azioni più insignificanti prima o poi produrranno il loro effetto.

Milarepa[30] dovette sopportare grandi fatiche e patire terribili sofferenze per purificare il karma negativo che aveva accumulato nella sua attività di stregone.[31] Si dice che un giorno perfino il Buddha soffrì di mal di schiena perché in una vita precedente, nato come figlio di un pescatore, si era rallegrato del fatto che due pescatori avessero mangiato due grossi pesci ancora vivi.[32]

Insomma, il karma è una delle leggi natura segrete che governano l’universo e i destini degli uomini.

«Possiamo osservare come alcuni individui malvagi abbiano una vita lunga e ricca di soddisfazioni, mentre alcuni praticanti del Dharma abbiano molte malattie e vite brevi» scrive Pabonka Rimpoce. «Le cause di questi risultati si trovano nelle loro vite passate. Quando in questa rinascita accade qualcosa di indesiderabile, spesso riteniamo che la causa sia immediata, ma non è così. Di norma, tali situazioni vengono create dal karma accumulato nelle vite passate.»[33]

«In questo mondo i buoni frutti maturano da un buon seme» aggiunge più avanti. «La ricchezza, il fatto che siamo nati in una buona famiglia e così via, derivano da azioni karmiche compiute nelle vite passate. Ma ottenere solo i frutti del raccolto di quest’anno non è di grande aiuto: dobbiamo sforzarci di piantare i semi per il raccolto successivo.»[34]

«Il karma non è acqua» dice sempre il professor Fassang. Infatti è vino, vino di cui ci si inebria facilmente per giunta, e un bicchiere tira l’altro, perciò… occhio![35]

«Adesso invece provo maggior pietà per chi gode nel peccato che non per chi soffre…»
(Sant’Agostino, Confessioni, Libro III, II,3)

Di Pier Francesco Grasselli, La Ricerca di Se stessi, estratti dal 2° e dal 4° volume.

Blog dell’autore

Di prossima pubblicazione, «La Ricerca di Se stessi» è la nuova saga dell’autore dei romanzi «Ho scaricato Miss Italia», «Fanculo amore» e della trilogia «maledetta» formata da «L’ultimo Cuba Libre», «All’Inferno ci vado in Porsche» e «Vivere da morire», tutti editi da Mursia.

Note:
[1] La linea è la «scia» karmica e ciascun segmento è l’esistenza di un singolo individuo.
[2] La scienza della realizzazione spirituale, “La reincarnazione”, pag. 32
[3] Annie Besant, Il sentiero del discepolo, “Il futuro progresso dell’umanità”, “Metodi della scienza futura – Sviluppo futuro dell’uomo”
[4] Vale a dire una psiche.
[5] Questo «Ego» con la E maiuscola è l’Ego esoterico, ossia il corpo causale.
[6] Emma Cusani, Il grande viaggio nei mondi danteschi, Canto VI, Mediterranee, pag. 159.
[7] Qui si intendono le singole «personalità» (corpo + psiche).
[8] Tali scopi sono la dissoluzione progressiva dei corpi e la liberazione dell’anima, il suo ricongiungersi con Dio.
[9] Teniamo sempre presente però che questa entità è non-individuale e astratta, ovvero archetipa, e che quindi non ha niente a che vedere con l’individuo che opera sul piano materiale o psichico.
[10] Edouard Schuré, I grandi iniziati, Laterza, Pitagora, IV, “Terzo grado – Perfezione”, pag 319.
[11] Edouard Schuré, I grandi iniziati, Laterza, Pitagora, IV, “Quarto grado – Epifania”, pag 329.
[12] Paramahansa Yogananda, Autobiografia di uno Yogi, Cap. XXVIII “Kashi rinato e ritrovato”, Astrolabio, pag. 245.
[13] Cosmogonia dei Rosacroce, Capitolo 3°, L’uomo e il metodo di evoluzione, La morte e il purgatorio.
[14] Cfr. La Ricerca di Se stessi, Libro primo.
[15] Pabonka Rimpoce, La Liberazione nel Palmo della Tua Mano, 355 “Diciottesimo giorno”, Edizioni Chiara Luce, pag. 580.
[16] Amadeus Voldben (Amedeo Rotondi), Il protettore invisibile, 7, “La forza segreta dei saggi”, Mediterranee 2011, pag. 131.
[17] Estratto dal testo di un manoscritto tibetano; cfr. Nicolas Notovitch, La vita sconosciuta di Gesù, Edizioni Amrita, Cap. IV, VII, 16.
[18] II, 180. Il Corano, Hoepli, a cura di Luigi Bonelli.
[19] Emma Cusani, Il grande viaggio nei mondi danteschi, “Come percepire l’esoterismo dantesco?” Mediterranee, pag. 29.
[20] Matteo 6,14-15.
[21] Luca 6, 37.
[22] Matteo 26, 52.
[23] Luca 6, 31.
[24] Dialetto reggiano: male non fare, paura non avere.
[25] H.P.Blavatsky, Iside Svelata, Volume 2° – Teologia, Cap. VII, “Buddha, Gesù e Apollonio di Tiana”, Armenia, pag. 318.
[26] Cfr. Ibidem, Cap. XII, “Veggenza dell’anima e dello spirito”, Armenia, pag. 538.
[27] A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupāda, La scienza della realizzazione spirituale, The Bhaktivedanta Book Trust, 2005, “Chi è un guru?”, pag. 64.
[28] Fonte: Pabonka Rimpoce, La Liberazione nel Palmo della Tua Mano, 349 “Diciassettesimo giorno”, Edizioni Chiara Luce, pagg. 567-568.
[29] Ibidem, pag. 568.
[30] Mago, poeta e santo tibetano.
[31] Cfr. Vita di Milarepa – I suoi delitti, le sue prove, la sua liberazione, Adelphi, Parti prima e seconda.
[32] Cfr. Pabonka Rimpoce, La Liberazione nel Palmo della Tua Mano, 213, “Tredicesimo giorno”, “Il karma, una volta prodotto, avrà sicuramente un effetto”, Edizioni Chiara Luce, p. 425.
[33] La Liberazione nel Palmo della Tua Mano, 234, “Tredicesimo giorno”, “Gli impegni negativi”, Edizioni Chiara Luce, p. 437.
[34] Ibidem, p. 444
[35] Il karma è vino che inebria perché è ciò che ci tiene nel samsāra, e cioè nel ciclo di morti e rinascite, in balia di māyā e cioè dell’illusione, condizione che è paragonabile allo stato di ubriachezza. Un bicchiere tira l’altro significa che un’azione provoca l’azione successiva, e l’insieme di tutte le azioni forma il karma, che è il laccio che che ci lega al samsāra.

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