google car

google car early-vehicle-lores Guidare un’auto senza dover guidare. Sembra fantasia eppure è ciò che promette la “Google car” auto-guidata. Chi poteva immaginare solo fino a pochi anni fa, l’idea di un mondo popolato da auto senza pilota? Nessuno, tantomeno i legislatori che si occupano di vigilare sulla sicurezza stradale. Invece l’anno scorso  Google ha sorpreso il mondo con un prototipo maturo della sua macchina auto-pilotata e il progetto ha mostrato una vettura molto compatta e dalle linee morbide, anche se la fotocamera sulla parte superiore era ancora montata in modo del tutto  spartano. Come funziona? La “Google Car” prevede tre step fondamentali: la scansione in tempo reale degli input provenienti dalla strada, la combinazione delle informazioni con Google Maps e la capacità di tradurre il tutto in istruzioni di guida. Tutto questo è basato su microprocessori Nvidia, con Qualcomm, il più importante fornitore di chipset per i dispositivi mobili. Google ha già terminato la prima fase di sviluppo del progetto ed ha già mostrato un prototipo di vettura capace di procedere nel traffico senza l’ausilio di alcun intervento umano. Al posto del volante, dell’acceleratore e del freno c’è una rete di sensori – fra cui un “occhio” laser montato sul tetto- in grado di scansionare continuamente e a 360 gradi l’ambiente circostante, più un sistema software molto sofisticato che provvede ad analizzare in modo molto dettagliato gli input provenienti dalla strada: questi vengono incrociati con il ricco sistema di mappe di Google e tradotti in istruzioni di guida.

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Oggi, a distanza di quasi un anno, Google mostra un nuovo prototipo completo della sua macchina con lo stesso design del  modello precedente ma con alcuni dettagli estetici migliorati, come le luci di posizione e la fotocamera: quest’ultima adesso ha dei sensori che occupano uno spazio davvero modesto e più curato. Google testerà le macchine nel periodo invernale e se tutto andrà secondo i piani già  durante il 2015 potrebbe concretizzarsi  questo nuovo mondo di vetture auto-guidate. Google500KmilesLexusIl fondatore della ricerca, Sergey Brin, ha da poco annunciato che la società ha costruito una serie di prototipi di automobili “self-drive” che funzioneranno senza aver bisogno dell’intervento umano.

Queste vetture al momento ancora prototipi che, come si diceva, non sono dotate di volante, pedale acceleratore né pedale del freno. L’utilizzo  principale è quello di riuscire a trasportare le persone a destinazione semplicemente premendo un tasto. Cosa importante, Google dichiara che i veicoli self-drive saranno sicuri perché dotati di sensori che eliminano i punti ciechi, e possono rilevare oggetti ad una distanza di oltre due campi da calcio in tutte le direzioni, utile su strade trafficate e/o con diversi incroci. Google ha anche limitato la velocità dei suoi primi prototipi di veicoli a circa 40 Km/h ( per ora ). Al momento ci sono solo due posti a bordo forniti di cinture di sicurezza, uno spazio per appoggiare gli effetti personali, i pulsanti di avvio e arresto della vettura e uno schermo che visualizza il percorso. Tra le progettazioni in corso c’è la costruzione di un centinaio di prototipi ed i relativi driver di sicurezza da poter lanciare entro la fine dell’estate anche se, almeno inizialmente, queste versioni prova iniziali saranno dotate anche di comandi manuali per questioni di sicurezza. Dopodiché, Google ha intenzione di lanciare un piccolo programma pilota in California nei prossimi due anni. A S. Francisco già nel 2012 l’auto che si guida da sola inventata da Google aveva raggiunto il traguardo  delle 300.000 miglia percorse senza fare un solo incidente. L’annuncio arrivava dalla stessa “casa automobilistica” di Mountain View, che ricorda che gli unici due incidenti registrati finora a bordo di una Google Car sono entrambi da attribuire all’errore umano.

Recentemente  lo Stato del Nevada ha permesso per legge la circolazione a quest’automobile e alle altre auto “driverless”.googlecar_2 Le ultime novità inoltre riguardano le sperimentazioni con  la Lexus: Google annuncia infatti anche di aver dato il via ai test col suo sistema di guida senza conducente  su un’altra macchina – oltre alla Toyota Prius – molto apprezzata negli Stati Uniti: la Lexus RX450h. Un Suv ibrido che fa pensare come presto possibile il vedere la guida senza pilota anche off road. Quando vedremo le Google car sulle nostre strade?Per ora non si sa, sicuramente non dovrebbe mancare molto: la sperimentazione in Nevada permetterà di testare del tutto le caratteristiche su strada e prepararle così al mercato vero e proprio. Prima della produzione in serie del dispositivo di guida, che potrà essere installato su molti modelli di auto con cambio automatico ci saranno altri passi da compiere. Google sta studiando il comportamento del sistema sui fondi innevati e sulle strade con segnaletica provvisoria, che di solito si vede all’ultimo secondo e che spesso causa molti incidenti tra i guidatori umani. Presto una parte dei dipendenti di Google, inoltre, inizieranno ad andare al lavoro – e a tornare a casa, se tutto va bene – con queste auto per aggiungere ulteriori dati alla sperimentazione.

google-self-driving-car-sees-at-a-stoplightMa come si rivelerà la Google car a livello di sicurezza? Finché i primi esemplari non saranno in strada sarà difficile esprimere giudizi sul reale livello di sicurezza della tecnologia. Però c’è da dire che molti addetti ai lavori sono pronti a scommettere su una drastica riduzione degli incidenti in un ipotetico scenario dominato dall’intelligenza artificiale. Per Bob Lutz, vice presidente di General Motors, le auto che si guidano da sole saranno veramente più sicure di quelle attuali. I motivi? “Perché non bevono, non si drogano, non scrivono messaggi mentre sono al volante e non competono in velocità con le altre macchine”. Che altre aziende stanno lavorando al sistema di macchine auto-guidate ? Oltre alla Toyota, anche Ford, Audi, General Motors e Volkswagen sembrano molto interessate agli sviluppi della tecnologia delle vetture auto-guidanti. Infatti il loro dialogo con Google è già in fase avanzata, e i risultati di questa collaborazione potrebbero arrivare già nei prossimi cinque anni. L’impressione per il momento è che la rivoluzione su strada sarà graduale, con una serie funzionalità intermedie che cominceranno ad arrivare molto prima delle vetture totalmente auto-guidate. Il problema legato al cambiamento sarebbe innanzitutto il codice della strada, che evidentemente andrebbe riscritto, o quanto meno riadattato alle nuove condizioni che si verrebbero a creare con le auto intelligenti. Lo scorso luglio però la Gran Bretagna ha annunciato che tutti gli esperimenti sulle auto che si guidano da sole dal 2015 potranno essere condotti anche sul suolo pubblico e non solo su strade private. Ma queste auto quando arriveranno?

La prima data fissata da Google per il debutto commerciale dei primi modelli completamente auto-guidati era inizialmente il 2018. Pare però difficile che l’industria automobilistica sia pronta a completare tutti gli step necessari per la messa in strada prima di cinque anni. Anche se la tecnologia procede velocemente, ci sono da superare molti elementi, in particolare di natura normativa. In caso contrario i tempi si allungheranno di almeno 2-3 anni. Ma quali saranno i costi? In genere qualsiasi nuova tecnologia ha costi piuttosto elevati, almeno all’inizio, ed è probabile che sia così anche in questo caso. Un’ipotesi accreditata è che l’evoluzione partirà dai modelli di fascia molto alta per poi estendersi nel tempo anche alle auto più comuni. Infine, servirà ancora la patente? Servirà comunque, poiché la componente umana sarà necessaria, soprattutto in un primo stadio dello sviluppo. Nelle auto che si guidano da sole il guidatore sarà una sorta di co-pilota che dovrà essere pronto ad intervenire in caso di necessità. Nel prossimo futuro si scoprirà se e come le nuove tecnologie influenzeranno i comportamenti alla guida e le regole per ottenere le licenze. A quanto pare, la nuova frontiera delle vetture capaci di fare a meno del pilota oggi è già quasi a portata di mano.

Di Luisa Galati

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