La passione e l’interesse di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli per il mondo dell’arte contemporanea danno origine, nel 1993, alla nascita di “PradaMilanoArte”, uno spazio espositivo dedicato alla scultura contemporanea. Le prime mostre, con opere di Eliseo Mattiacci, Nino Franchina (entrambe del ’93) e David Smith (’95 ), presentano installazioni strettamente correlate allo spazio espositivo, un edificio industriale recuperato. Nel ’95, in seguito ad una riorganizzazione, PradaMilanoArte diventa la Fondazione  Prada, fondazione che incoraggia la creazione di progetti che gli artisti hanno sempre sognato di realizzare e che successivamente arriveranno a concepire ad hoc per i suoi spazi. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli affidano al curatore e storico dell’arte Germano Celant una nuova pianificazione dell’istituzione.

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Il nuovo programma s’inaugura con una mostra che vede Anish Kapoor protagonista assoluto nel ’95, cui seguira’ la personale di Michael Heizer  nel ’96, per continuare con  Louise Bourgeois l’anno dopo. Dan Flavin e Walter De Maria  dal ’97 al ’99  si presentano in mostre personali per la prima volta in Italia. E cosi’ via, in un’innovazione continua e sperimentale, la fondazione prosegue con esposizioni monografiche  di Laurie Anderson, Sam Taylor Wood, Mariko Mori, Marc Quinn, Carsten Holler, Enrico Castellani (in una mostra di respiro storico che ne documenta la produzione), Barry Mc Gee, Slominski ,Giulio Paolini. Dal 2001, tenendo fede alla sua vocazione multidisciplinare, la Fondazione rivolge l’attenzione all’architettura, alla filosofia, alla scienza, al design e al cinema: infatti nell’autunno del 2004  collabora con il Tribeca Film Festival – fondato da Robert De Niro, assieme a JaneRosenthal e Craig Hatkoff-presentando una selezione delle pellicole piu’ interessanti della kermesse. Nello stesso anno lavora con la Biennale  di Venezia a “La storia segreta del cinema italiano”, una serie di film dimenticati o trascurati,restaurati  per essere presentati in occasione del Festival del cinema di Venezia, successivamente inseriti alla Tate Modern di Londra. Mantenendo il legame col veneziano, nel giugno 2009, la Fondazione organizza l’antologica piu’ completa su John Wesley alla Fondazione Cini di S.Giorgio, Venezia. E arrivando a tempi recenti,  nell’aprile di quest’anno la Fondazione rende nota l’imminente apertura di Ca’ Corner della Regina, ora nuovo spazio espositivo all’interno di un magnifico palazzo settecentesco che si affaccia sul Canal Grande:  il restauro conservativo è affidato ad Adriano Cincotto di Venezia, per gli affreschi COREST – Consorzio restauratori s.r.l. di Roma, la direzione dei lavori è di Prada S.p.a. – Divisione Engineering – Romeo Scarpa e Roberto Rigon. I Musei Civici veneziani hanno concesso per un periodo di 6-12 anni l’utilizzo del palazzo per mostre, la prima delle quali inaugurata lo scorso giugno con un’ampia carrellata delle opere piu’ complesse  dell’intera collezione privata di Prada. Esse comprendono una selezione dei lavori, un anticipo di future collaborazioni, una molteplicita’ di presenze in un dialogo scientifico con i musei di The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, il Mathaf Arab Museum of Modern Art e The Museum of Islamic Art di Doha, e il progetto di Rem Koolhaas e OMA per la nuova sede della Fondazione di Milano in  Largo Isarco, che aprira’ le porte nel 2013 come permanente.

L’apertura di “Fondazione Prada_Ca’Corner della Regina”, a cura di Germano Celant, presenta cosi’ una molteplice presenza d’interventi e letture del mondo dell’arte contemporanea, in un rimando ad altre realta’ museali diverse ma armonicamente collegate tra loro in un racconto creativo e in  un dialogo contemporaneo fra artisti come Thomas Demand o  teorici come Marco Giusti e Nicholas Cullinan, che ha curato l’area dedicata all’arte italiana del Dopoguerra. Nelle sale espositive di Ca’Corner sono presenti le sculture di notevoli dimensioni di Anish Kapoor, Michael Heizer e Jeff koons, che dal piano terra al primo piano nobile formano, insieme alle opere di Walter De Maria, Charles Ray,Tom Friedman, Domenico Gnoli, Damien Hirst, Louise Bourgeois, Blinky Palermo, Bruce Nauman, Pino Pascali, Donald Judd, Francesco Vezzoli e Maurizio Cattelan, l’intero percorso architettonico.

La mostra s’inserisce in un dialogo interculturale con istituzioni museali internazionali, in uno scambio osmotico tra le collezioni e gli interventi di artisti contemporanei. Demand è stato invitato a dialogare con materiali provenienti dai Civici di Venezia, mentre Jean-Paul Engelen, direttore del Public Art Programs dell’Arabic Museum of Modern Art di Doha, in Qatar, ha creato un ponte  linguistico tra un reperto storico, un astrolabio del 600 proveniente dal Museum of Islamic Art, e il lavoro dell’artista contemporanea Buthayna Ali, e a The State Hermitage Museum di presentare ceramiche inedite del ‘700 in parallelo con l’opera di Jeff Koons “Fait d’hiver”(’88), infine a Cullinan, curatore di International Modern Art per la Tate Modern di Londra, è stato chiesto di proporre una sua lettura del periodo dell’arte italiana dal 1952 al 1964, comprendendo opere di Alberto Burri, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Salvatore Scarpitta e Mario Schifano. Inoltre, in quest’occasione, a Ca’Corner si puo’vedere l’incontro tra la cultura occidentale e quella congolese realizzato in “The Double Club”(2008) di Carsten Holler, di cui si raccoglie la storia nella pubblicazione omonima di Prada Arte realizzata per la mostra. La sezione curata da Marco Giusti invece rappresenta l’arte in movimento e la produzione cinematografica, mettendo in relazione il regista Todd Solondz e i video d’animazione di Nathalie Djurberg. Ca’Corner della Regina si offre, come in un gioco di specchi tra antico ed attuale , come un palazzo che presenta contenuti diversi e trasversali, testimonianze d’intrecci fluidi tra moderno e contemporaneo, segni ed anticipazioni d’un  futuro percorso per le attivita’ della Fondazione Prada.

Di Luisa Galati 19 – 09 – 2011

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