ELOGIO DELLA DIVERSITA’
Come molti fiduciosi nel progresso, anche noi italiani viviamo il sogno, un pò opaco, che l’integrazione si compierà rendendoci tutti uguali, occidentali e orientali; cristiani e musulmani, bianchi neri, alti e bassi, uomini e donne, belli e brutti, ricchi e poveri, dotati e meno dotati… Tutti finalmente uniti senza più distinzioni a separarci, come se davvero fosse desiderabile sciogliere nell’indistinto le diversità di ognuno.
Tante sfumature di grigio che sfocandosi diventano sempre meno sfumate.
La fascinazione per l’altro, per il diverso da noi; la fascinazione per il lontano da noi, per l’esotico, per l’altro da noi… Uomini un pò più femminili e donne un pò più maschili; niente più fiocchi rosa e niente più fiocchi azzurri; la storia romantica di un’impresa umana che dovrebbe portarci ad abbandonarci per correggerci in meglio, per il meglio; un problema di gender dove chi è a sud e va a nord e chi è ad est va ad ovest creando flussi di maree orarie e antiorarie che invece di esaltare le differenze e le particolarità di suoni, colori, tonalità e frequenze differenti, tende a un mono tono, facile, comodo e finalmente per tutti.
Perchè scoprire il capo velato delle donne islamiche contro la loro volontà?
Perchè togliere la danza della pioggia agli indiani d’America e il Presepe agli indigeni italiani?
Perchè seguire le mode per essere tutti uguali, tutti alla moda, fashion, trendy e temporaneamente uniformati fino alla prossima moda?
Un giocare a saltare un’asticella talmente bassa che possono saltarla proprio tutti.
E così, improvvisamente, come per incanto, tutti potranno sentirsi campioni quando contemporaneamente non ci saranno più campioni.
Non ci saranno più primi della classe e non ci saranno più ultimi della classe.
Ma a che serve questo moto culturale in cui ciascuno deve lasciare a casa il proprio DNA naturale per indossare quello di un altro?
Non è meglio riconoscere di essere tutti irreparabilmente e culturalmente diversi ma che naturalmente ci va bene così?
Massimo Dallaglio