Mostra Roma David LaChapelle

11205150_10206617030288803_1462605358606135469_nPalazzo delle Esposizioni a Roma inaugura il 30 aprile con una mostra originale, che coniuga arte e fotografia, intitolata “David LaChapelle, After the Deluge” – Dopo il diluvio-. La retrospettiva è tutta dedicata al grande fotografo e artista americano.  La mostra pone il focus sui lavori che La Chapelle ha realizzato dopo il 2006, anno decisivo per la sua produzione artistica. Nel 2006 infatti l’autore ha firmato la monumentale serie “The Deluge”, ispirata all’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina: per la prima volta l’opera è concepita per essere proprio esposta in un museo, non soltanto realizzata su incarico di un committente, per riviste patinate fashion o per  campagne pubblicitarie come era fino a quel momento. LaChapelle è noto ai più per la sua nota kitsch ma lussuosa allo stesso tempo, per l’incredibile uso della fotografia che combacia spesso con verosimiglianza con tele e quadri in stile barocco e per le icone pop fotografate a tutto colore. Un artista eclettico, che passa dalla fotografia alla regia; infatti LaChapelle è anche regista di video musicali per star come Elton John, Jennifer Lopez, Amy Winehouse. La mostra ospiterà una rassegna di filmati di backstage che documentano il complesso processo di realizzazione dei vari set.

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Col suo stile dissacrante11187453_10206617029528784_7358129537117441559_o, originale, umoristico, l’artista statunitense è considerato tra i fotografi più geniali di tutti i tempi. Trasferitosi ancora giovanissimo a New York, fu notato da Andy Warhol che gli offrì il primo incarico per Interview Magazine. L’esperienza con Warhol gli aprì tutte le porte, ma il talento e la sua personalità fecero il resto e in poco tempo David divenne una star, esattamente come quelle che fotografava. Con la sua fotografia pop, LaChapelle mette a nudo i punti deboli e le contraddizioni della società moderna; immagini plastiche dai colori sgargianti ne denunciano la continua ricerca del piacere, il morboso rapporto col superfluo e con tutto ciò che è benessere. Grazie al suo stile carico unito alla patina glamour che caratterizza la sua arte, mette in scena l’ossessione per il consumo, riuscendo non solo ad attirare l’attenzione del pubblico ma ad incollarlo letteralmente alla sua opera. Istintivo ed emozionale, da sempre al servizio della moda, LaChapelle non può essere considerato solo un fotografo di moda: è piuttosto un moderno Michelangelo in chiave pop che, con la sua fotografia ricca e colta, ha rielaborato e rivoluzionato l’arte delle fotografia contemporanea. Dopo “The Deluge”, il modo di fare arte per lui cambierà totalmente, per evolvere in astrazione e concetti più maturi.

11181880_10206617032208851_3229624508519162678_oGianni Mercurio, curatore della kermesse, nel suo saggio introduttivo racconta: “Il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in tutti i lavori precedenti ( unica eccezione è “The Electric Chair” del 2001, personale interpretazione del celebre lavoro di Andy Warhol ) hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine, spariscono ( … ) LaChapelle cancella clamorosamente la carne, elemento caratterizzante della sua arte”. La mostra romana, costituita da 150 opere, –  alcune dalle proporzioni enormi, 7 metri x 2, altre totalmente inedite, altre ancora esibite per la prima volta in un museo  –  permetterà  al pubblico di riconoscere il David LaChapelle più noto, quello più barocco, il più pop,  dall’estrema saturazione dei colori e inconfondibile nel  suo essere visionario nelle composizioni. “C’è stato un tempo in cui lavoravo per le riviste di moda e c’era libertà perché non ci si aspettava molto da quel genere di foto”  –  spiega oggi l’artista, lanciato a soli 17 anni da Andy Warhol  –  “Alcuni erano solo scatti di evasione, con una dose di humour, ma poi, quando ho cominciato a esporre nelle gallerie mi sono reso conto che ci si aspettava di più da queste foto. Così ho voluto avere un dialogo più profondo con la gente che le guardava”.

885687_10206617031008821_4403099227638728538_oIn mostra a Roma anche una serie di opere prodotte fra il 1995 e il 2005: scene di ispirazione surrealista ma a tematica religiosa, citazioni di capolavori della storia dell’arte, ma per la gran parte ritratti di celebrities del mondo della moda, del cinema, e della musica: “Nel mondo della moda sono sempre stato un outsider, ma facevo venire bene le persone, per questo ho fatto carriera”, ha confidato LaChapelle.

Di Luisa Galati

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