Chris Kyle, alias American sniper, cresce in Texas negli anni ’80 educato, da un padre asciutto e diretto, al valore assoluto della protezione delle persone care; il padre gli spiega che gli uomini si dividono in pecore, lupi e cani da pastore, e che i Kyle devono necessariamente appartenere all’ultima categoria, con la missione eterna di proteggere i buoni dai cattivi. Vediamo come Clint Eastwood rilegge la favola di Cappuccetto Rosso in American Sniper inserendo un finale tutto tratto dalla relatà e per nulla dalla fantasia.
Clint Eastwood dirige in modo impeccabile Bradley Cooper nei panni di Chris Kyle sottolineandone la declinazione da cane da pastore: il comando ipnotico innescato dal padre che agisce in lui in modo automatico e prioritario, al punto da portarlo a mettere in secondo piano il suo ruolo di marito e padre: Il cane da pastore deve difendere il suo gregge dai lupi e per portare a termine la sua missione è disposto a mettere a repentaglio la sua vita anche quando gli si presenta la scelta di starsene a casa tranquillo con moglie (Sienna Miller) e figli piccoli…
Tuttavia, anche se il comando principale è stato eseguito, l’ordine di protezione eterna del gregge continua ad agire in background non lasciandolo libero di “tornare” totalmente ad una vita normale dove i lupi non esistono più.
Infatti, Chris, tornato definitivamente a casa, rimane in uno stato di allerta continuo, ogni rumore lo fa sobbalzare come se fosse ancora in missione; anche il cane che gioca con il figlio gli appare come un lupo famelico… Lo stato di cane da pastore non lo abbandona fino a quando non trova il modo di stemperare il comando ipnotico dedicandosi alla “protezione” dei reduci di guerra: prendendosi cura di marines mutilati e traumatizzati, la Leggenda finalmente si rilassa e si dimentica dell’esistenza dei lupi…
Come nella favola di Cappuccetto Rosso anche qui troviamo un lupo travestito da nonnina indifesa, questa volta impersonificato da un reduce afflitto da sindrome post traumatica. Ma per Clint Eastwood la realtà non è una favola e il lupo alla fine ha la meglio.
American sniper: Autobiografia del cecchino più letale della storia americana
Di Massimo Dallaglio