Ciao Claudio, grazie infinite per aver accettato quest’intervista di DVclub!
Abbiamo curiosato sul tuo sito internet e sulla tua pagina Facebook e vorremmo porti delle domande sul tuo libro TITANIC – Storia, leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari (Giunti Editore).
Le vicende riportate nel libro sono reali?
Tutto ma proprio tutto quello che ho scritto nel libro è assolutamente documentabile da fonti certe: nulla è stato lasciato alla fantasia. Le fonti storiche sono tutte attendibili ed i documenti studiati sono quelli autentici dell’epoca, nulla è stato romanzato. Certo che delle leggende che leggeremo in fondo al volume potranno sembrare assurde, ma sono assolutamente quelle che all’epoca dei fatti giravano per bocca di tutti. Quindi assoluto rigore storico e scientifico è quello si trova nelle pagine del mio libro.
Il Titanic fu indubbiamente il simbolo di un’epoca di grande ottimismo, si credeva che la tecnologia potesse dominare suprema sulla natura. La storia del Titanic ci ha detto che il progresso tecnologico umano ne uscì drasticamente ridimensionato dalle forze della natura; lo strenuo tentativo dell’uomo di sfidare continuamente i propri limiti, per poi ritrovarsi sconfitto e preda degli eventi, fu un insegnamento universale. La natura ci pone davanti mille problemi da superare e quella del Titanic fu una lezione che ci avrebbe dovuto insegnaread affrontare la realtà del mondo con grande rispetto ed umiltà. Un sentimento di amarezza pervade tutto il libro, alla fine però si conclude con un messaggio positivo ed è un messaggio di speranza. Se leggendo il mio libro riscontrerete queste cose che ho appena detto significa che ho raggiunto il mio scopo.
Suggerisci la lettura del tuo libro ad un pubblico specifico?
Il mio volume è assolutamente adatto ad un pubblico di tutte le età e di cultura. Indicato soprattutto a tutti coloro che ne vogliono sapere di più ed approfondire su questa tragica storia. E’ un libro gradevolissimo ed anche la parte tecnica, che la fa da padrone nella prima parte, scorre via piacevolmente. E questo non lo dico per vanteria ma lo asseriscono le migliaia e migliaia di lettori e lettrici che già sisono cimentati. La cosa che mi ha fatto più piacere è l’aver ricevuto attestati di stima per aver accolto “a bordo” tutti quanti: è come se si fossero trovati a bordo di quella che un tempo è stata rinominata “la nave più bella e più grande al mondo” e vivere di persona quel tragico evento.
Sì, anche nel mio caso ci sono persone che mi sento in dovere di ringraziare per avermi aiutato in questo mio “percorso”. A partire da mia moglie Cicci, la quale mi segue in questa avventura da oltre trent’anni; alle mie figlie Serena e Paola, le quali mi hanno supportato nei momenti (tanti) di sconforto. Mi sento anche e soprattutto in dovere di citare un carissimo amico (parente di ramo collaterale di uno dei camerieri italiani che prestavano servizio a bordo nel prestigioso ed esclusivo ristorante di prima classe): Mario Salussolia. Senza l’aiuto di Mario, compagno anche di tante conferenze, non sarei mai arrivato dove sono arrivato. Ed anche attraverso queste righe desidero fargli pervenire il mio “Grazie Mario!”.
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Di Manuela Camporaso