Sete fruscianti e damascate, essenze, tessuti, astrolabi e il viaggio di Marco Polo: ecco alcuni ingredienti della mostra esposta a Palazzo delle Esposizioni di Roma dallo scorso ottobre. Tutto il piano d’ingresso è dedicato alla storia del percorso di ”Sulla Via della Seta”. Una magnifica carrellata di oggetti e testimonianze preziose si sussegue nelle sale del Palazzo, presentando, per così dire, una “globalizzazione nel mondo antico”.

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Oltre duemila anni fa mercanti, pellegrini e guerrieri affrontarono lunghi viaggi, attraverso erte montagne e  deserti dell’Asia centrale per scambiare beni di lusso -e non solo- e conoscere popoli lontani: così a poco a poco si creò quella rete di viaggi percorsi usualmente da Oriente verso Occidente che vanno sotto il nome coniato ai primi del ‘900, “Via della Seta”. L’esposizione, che ripercorre i viaggi nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C.,  è organizzata in collaborazione con l’American Museum of Natural History di New York. Vi è rappresentata la molteplice anima culturale che vivacizzava la Via della Seta. Il percorso si articola lungo alcuni importanti luoghi, da Chang’an( Xi’an) a Turfan, da Samarcanda a Baghdad, dal Golfo Persico fino alla Siria.

Una sezione in particolare, realizzata in esclusiva per l’esposizione italiana, a cura Di Luca Molà, Alexandra Wetzel e Ludovica Rosati, approfondisce il rapporto di alcune città italiane, come Venezia e Genova, con l’Estremo Oriente negli ultimi secoli del Medioevo.

Sicuramente Marco Polo è il più conosciuto tra i viaggiatori italiani spintisi fino in Cina ma va ricordato che non fu il solo a recarsi in Cina ai tempi del dominio mongolo( XIII-XIV secolo): infatti, le fonti cartacee esposte dimostrano con certezza la presenza di un bel gruppo di mercanti italiani nella Cina dell’epoca. Anzi, avvenne lo scambio anche in senso opposto, con ambasciate mongole giunte sino alla sede del Papa.

Nella sezione Cina viene mostrata la produzione dei preziosi tessuti con illustrazioni e video sui bachi da seta. Inoltre si possono notare le antiche tecniche di decorazione e i classici disegni di origine cinese che via via s’integravano con simboli mongoli, persiani e indiani. Il tutto contornato dalla possibilità di ascoltare gli strumenti cinesi dell’epoca schiacciando dei tasti su un pannello: si scoprono i delicati archi, i cimbali e le percussioni.

Le meravigliose miniature diffuse nel periodo in Occidente danno l’idea dell’immaginario esotico nato attorno alle notizie che provenivano dall’Oriente, come un eco di intrecci e storie lontane. Uno dei centri nevralgici della Via della Seta fu Turfan, grazie alla sua oasi posizionata sulla rotta che circonda a nord il temibile deserto Taklamakan. La ricostruzione di un “karez” per l’irrigazione permette al visitatore di rendersi conto della portata di quest’invenzione, che ha trasformato piccole oasi in centri urbani e terreni agricoli.

La città più famosa è senza dubbio Samarcanda, nell’odierno Uzbekistan, il cuore della civiltà dell’Asia centrale, con mercanti che arrivavano fino in Persia, in India e in Cina: vi si trovavano ogni lusso e svago e così Samarcanda divenne uno dei più importanti punti d’incontro tra diverse culture. Non si può non parlare di Baghdad, fondata nel 762 d.C. sulla riva occidentale del fiume Tigri, capitale della dinastia araba degli Abbasidi, che nell’VIII secolo fu centro intellettuale del mondo islamico: vi fiorirono la ricerca nel campo scientifico,la  letteratura e la tecnologia. In mostra è presentata una serie di oggetti in vetro come esempio della tecnica artigianale raggiunta all’epoca.

Da Baghdad le strade si dividevano: a sud le carovane proseguivano verso il Golfo Persico oppure a nordovest verso la Siria per giungere al Mar Mediterraneo. Un’interessante mappa interattiva illustra i diversi percorsi mostrando le foto dei territori. Una selezione di prodotti importati dall’Oriente documenta come il commercio non fosse unilaterale né limitato alla seta ma anzi si basasse sullo scambio reciproco di svariati articoli di lusso, come profumi, tessuti, oli, polveri minerali, manufatti di vario tipo.

La mostra è correlata da una serie d’incontri con studiosi, giornalisti, scienziati e viaggiatori sul tema e da un cineforum dedicato “A Oriente! Al cinema lungo la Via della Seta”tra i cui titoli spiccano il recente film turco“C’era una volta in Anatolia”, l’iraniano” Una separazione” di Farhadi, e il conosciuto “Viaggio a Kandahar”sul Paese martoriato dal regime talebano.

“Sulla Via della Seta”- Palazzo delle Esposizioni, via nazionale 194, Roma

27 ottobre 2012- 10 marzo 2013

Di Luisa Galati

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