Sicuramente Marco Polo è il più conosciuto tra i viaggiatori italiani spintisi fino in Cina ma va ricordato che non fu il solo a recarsi in Cina ai tempi del dominio mongolo( XIII-XIV secolo): infatti, le fonti cartacee esposte dimostrano con certezza la presenza di un bel gruppo di mercanti italiani nella Cina dell’epoca. Anzi, avvenne lo scambio anche in senso opposto, con ambasciate mongole giunte sino alla sede del Papa.
Le meravigliose miniature diffuse nel periodo in Occidente danno l’idea dell’immaginario esotico nato attorno alle notizie che provenivano dall’Oriente, come un eco di intrecci e storie lontane. Uno dei centri nevralgici della Via della Seta fu Turfan, grazie alla sua oasi posizionata sulla rotta che circonda a nord il temibile deserto Taklamakan. La ricostruzione di un “karez” per l’irrigazione permette al visitatore di rendersi conto della portata di quest’invenzione, che ha trasformato piccole oasi in centri urbani e terreni agricoli.
Da Baghdad le strade si dividevano: a sud le carovane proseguivano verso il Golfo Persico oppure a nordovest verso la Siria per giungere al Mar Mediterraneo. Un’interessante mappa interattiva illustra i diversi percorsi mostrando le foto dei territori. Una selezione di prodotti importati dall’Oriente documenta come il commercio non fosse unilaterale né limitato alla seta ma anzi si basasse sullo scambio reciproco di svariati articoli di lusso, come profumi, tessuti, oli, polveri minerali, manufatti di vario tipo.
“Sulla Via della Seta”- Palazzo delle Esposizioni, via nazionale 194, Roma
27 ottobre 2012- 10 marzo 2013
Di Luisa Galati