Un giornalista-scrittore non ha più ispirazioni per scrivere: impigrito, scivola tra una festa e una notte in discoteca, tra personaggi grotteschi ma che ben incarnano il ritratto contemporaneo di una moralità che non esiste più. Chi non ricorderebbe qui almeno vagamente il celebre “Otto e mezzo”?
Protagonista indiscusso lo scrittore 65enne Jep Gambardella, un Toni Servillo indolente, insieme a Carlo Verdone, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Sabina Ferilli ( nella parte di una spogliarellista ormai avanti con l’età). Gli attori si ritrovano in salotti e feste private sui tetti di Roma, spesso da Jep, che abita in un appartamento con strepitosa vista sul Colosseo. Si scoprirà poi che il vicino di sopra col quale Jep tenta a vuoto la conversazione è un politico, poi indagato (un chiaro riferimento a fatti noti).
Ma un altro punto fondamentale nel film è anche il crollo dei valori religiosi, con un cardinale che è più un cuoco mancato. Non perde occasione di spiegare le sue ricette, perfino quando si troverà a tavola con la “santa” suor Maria (Madre Teresa di Calcutta) che risponderà con grandi rivelazioni . La santa afferma ad un certo punto: “La povertà non si racconta, si vive”.
Di Luisa Galati