HER film

HER filmLa tecnologia sostituirà il nostro mondo interiore? A questo interrogativo prova a rispondere HER, l’ultimo film di Spike Jonze, autore di “Essere John Malkovich” e “Creature selvagge”, tra poco in uscita nelle sale italiane. Premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, “Her”, tradotto letteralmente in “Lei” per il pubblico italiano, innesta una riflessione contemporanea trasferendola in un futuro nemmeno troppo lontano ambientato a Los Angeles.
HER filmLo scrittore Theodore Twombly – Joaquin Phoenix – ha rotto con l’ex moglie da circa un anno ma fatica a riprendersi. Continua la sua vita semplicemente tra lavoro, nel quale  si occupa per assurdo di scrivere lettere d’amore conto terzi, e casa, dove al massimo interagisce con un gioco sugli alieni. L’alieno è l’emblema dell’individuo e delle relazioni nel film: vite che a malapena si scontrano, improntate ad un continuo e quasi esclusivo rapporto con supporti tecnologici.

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Ed è qui che l’attenzione di Theodore viene attirata da uno spot pubblicitario. Questo  promette di vivere emozioni  grazie al nuovo sistema operativo OS1, un’intelligenza artificiale mai vista prima capace di avere una propria coscienza (una certa assonanza con l’OS di casa Apple sarà del tutto casuale?). Così conoscerà Samantha, la voce di OS, nella versione originale quella di Scarlett Johansson, in quella italiana di Micaela Ramazzotti.

HER filmUna voce che accompagnerà Theodore in ogni istante della giornata, incredibilmente fin sotto le lenzuola. Capace di intuire i pensieri più intimi, Samantha porrà questioni esistenziali che faranno riflettere non poco sulla possibile evoluzione dei rapporti umani. E naturalmente Theodore finirà per innamorarsi di “Lei”. Sembra un’assurdità, ma in effetti una battuta di “Her” recita: “L’amore è una forma di follia socialmente accettata”.

Le evoluzioni del pensiero artificiale, la possibilità che enti non biologici possano assumere una forma di “coscienza” o essere riconosciuti coscienti da parte degli esseri umani, con tutte le conseguenze del caso, ci pone di fronte ad implicazioni che forse ora facciamo fatica ad immaginare.

Un tema dibattuto fin dai tempi di “Blade runner” se vogliamo. La fatica nelle relazioni qui è estrema: ci si affida a scrittori per farsi scrivere lettere d’amore o d’amicizia, sentimenti che altrimenti non si saprebbe come esprimere, tanto che scriverle diventa un lavoro. Ci si può sentire soli in mezzo alla gente e in compagnia grazie ai sistemi operativi. Un chiaro esempio ne è l’interazione tra Theodore e i vicini, coi quali scambia poche parole, mentre può intrattenere lunghe conversazioni con Samantha  cui può raccontare tutto sentendosi a suo agio, forse proprio perché non ha corpo né uno sguardo a giudicarlo.

HER filmNel futuro un computer ci salverà?
Siamo una generazione schiacciata dalla tecnologia, guardiamo al futuro senza riflettere al come fare per arrivarci. Secondo Phoenix  conta di più pensare al passato e a ciò che siamo stati, per capire cosa vogliamo diventare: ”Jonze parla attraverso “Her” di relazioni, di tutti i tipi e in tutti i campi. Gli interessa esaminare l’evoluzione dei rapporti ai giorni nostri.

Certo il settore ipertecnologico è affascinante, ma forse dovremmo concentrarci maggiormente sui sentimenti”.

Di Luisa Galati

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